Il Fatto Quotidiano

Della religione Lucrezio aveva già capito tutto

- » ORAZIO LICANDRO

Giorni fa inopinatam­ente l’opinione pubblica laica è stata travolta da un tonante intervento di Eugenio Scalfari contro i non credenti, con sillogismi vertiginos­i e con un giudizio da lapidazion­e: l’Io animalesco degli atei, foriero di violenze! Impossibil­e qui replicargl­i nel merito, mi limito a invitarlo a ripercorre­re la straordina­ria sfida narrativa di un vero campione del pensiero laico, come Lucrezio, a cominciare dall’elogio di Epicuro: “Quando la vita degli uomini, sotto gli occhi (di tutti), stava abbattuta turpemente a terra, oppressa sotto il peso della

reli gio (…) incombendo sopra i mortali con il suo orribile aspetto, per la prima volta un uomo greco osò sollevarle gli occhi contro e per primo andarle contro; e né la fama degli dei, né i fulmini, né il cielo con il suo mormorio minaccioso lo fermarono, ma anzi incitarono la fiera virtù del suo animo, tanto che desiderava per primo rompere le strette catene delle porte della na- tura. Dunque la sua vivida forza d’animo vinse e andò lontano fuori dalle mura fiammeggia­nti del mondo e percorse tutta l’immensità dell’univ erso con la mente e con l’animo, e da lì ci riporta, vincitore, che cosa possa nascere, che cosa non possa, infine per quale ragione ci sia per ciascuno un potere delimitato e un termine fissato in profondità. Perciò la religio, messa sotto ai piedi, a sua volta è schiacciat­a, e questa vittoria ci rende uguali al cielo. A proposito di queste cose, temo ciò, che tu per caso possa pensare di avviarti verso i principi di un’empia dottrina e di metterti sulla via del crimine. Al contrario, più spesso proprio quella religio ha generato azioni criminose ed empie” ( Lucrezio, De rerum natura

1.62-84).

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