Il Fatto Quotidiano

Al mare vado lontana come Giuni Russo

- » BENEDICTA BOCCOLI

In genere amo la sensazione della sabbia tra le dita dei piedi nudi, il sapore di sale, e la solitudine dei miei pensieri. Guardo l’ orizzonte esento l’ importanza di allontanar­mi da questa spiaggia sudaticcia e affollata. Amare gli altri a volte è una pesante croce, quando gli altri sono quelli che hai intorno, ovvero corpi nudi che non dovrebbero andare al mare, ma in montagna! La montagna in questo caso aiuterebbe, scarponi, giacche a vento, tutone. Gente accalcata, ustionata, infastidit­a dall’offerta rassegnata di quelli meno spensierat­i, avvolti di manti e di chincaglie­rie da vendere, o quelli che trascinano ceste di cocco fresco... “Marocchini” comunque, a dispetto di ogni provenienz­a. Faccio un pezzo di spiaggia accanto a uno di loro, un indiano bellissimo, dal sorriso pacificant­e e il passo elegante... un uomo in frack, ma senza frack. Pieno di grazia e dignità saluta un pachiderma, gonfio di birra e timballo, che gli ha appena ruttato addosso un “tornatene al tuo paese”. Un signore tonico e peloso trascina per le gambe un bimbo, le natiche segnano la pista della prossima gara di biglie, tutto svanisce con il lancio in acqua di una biondina squillante da parte di un eccitato bagnino. Le radioline accese si diffondono insieme ai profumi di olio abbronzant­e Vamos a la playa si mischia, ovunque. Mi tuffo e in apnea nuoto oltre le secche, supero tutte le gambette scalcianti. Mi allontano da ogni immagine, voce, odore. Non ce la faccio ad amare tutta l’ umanità, non oggi! Riemergo lontano dalla riva e come Giuni Russo guardo da lontano e canto a squarciago­la “Un’estate al maree... voglia di remare. Fare il bagno al largoo... per vedere da lontano gli ombrelloni oni oni...”

(Ha collaborat­o Massimilia­no Giovanetti)

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