Massacrati in 14 da 4 ragazzini: “Volevano usare bombole di gas”
Falciare i passanti è stato un ripiego: il piano era far esplodere il van
■Spagna, il membro più giovane della cellula responsabile dell’attacco alla Rambla ha 17 anni, il più anziano 24. Le bombe artigianali sono saltate durante la preparazione dell’attentato
Quattro foto tessere diventate foto segnaletiche. Volti imberbi, sorridenti. Facce da studenti modello, mica da spietati terroristi. Eppure, questi 4 ragazzini della porta accanto formano il nucleo duro della cellula jihadista che ha concepito e realizzato giovedì il massacro delle Ramblas di Barcellona. Tutti di origine marocchina. Tutti imbevuti di propaganda Isis. In fuga, braccati da 3 mila uomini del Centro Nacional de inteligencia, dalla Guardia Civil, dalla Poli
cia Nacional e dai Mossos de Esquadra, la polizia catalana. Battezzata Operacion Jaula.
Incerto il destino della fuga del “soldato dello Stato islamico ” Moussa Oukabir, il più giovane del gruppo: non aveva ancora 17 anni, li dovrebbe compiere il 13 ottobre. Pareva fosse stato abbattuto la scorsa notte a Cambrils, dopo che aveva tentato di forzare un posto di blocco con una Audi A3 rubata, insieme ad altri 4 complici, pure loro uccisi dalla polizia (un solo agente avrebbe fatto fuoco centrando 4 dei 5 presunti terroristi in fuga): “Potrebbe essere tra i 5 uccisi a Cambrils, attendiamo i risultati delle analisi biometriche”, dichiarava ieri Josep Lluis
Trapero, portavoce dei Mossos de Esquadra.
Moussa sarebbe stato alla guida del furgone che giovedì ha falciato la folla delle Ramblas (per la cui sicurezza la polizia pare abbia rifiutato in dicembre l’installazione dei barriere anti-camion). Molti testimoni hanno detto che il conducente killer rideva mentre investiva i passanti. Il fratello maggiore Driss (28 anni) si era presentato al commissariato di Ripoll, dove i fratelli risiedono, per denunciare il furto dei documenti. L’hanno arrestato, assieme a un amico, perché non gli hanno creduto. Driss ha precedenti: è stato in carcere a Figuères da dove è uscito nel 2012.
MOHAMED HYCHAMI è il più “anziano”: pure lui di Ripoll, 24 anni, avrebbe affittato il secondo furgoncino presso l’ufficio Telefurgo di Santa Pepita de la Mogoda ( sobborgo di Barcellona) che nei piani dei terroristi, doveva servire per sparire dalla circolazione: la polizia l’ha ritrovato in un parcheggio di Vic, a nord della città. Il terzo terrorista è Younes Abouyaaqoub, sempre di Ripoll, 22 anni, mentre il quarto, Said Aallaa è di Ribes de Freser, paese di 2 mila anime non lontano da Ripoll, nella provincia catalana di Girona.
Ma in quanti componevano la cellula? Almeno una dozzina di terroristi: 5 sono stati uccisi a Cambrils (tre sono stati già identificati); 4 in fuga (3, se Moussa è tra i morti del posto di blocco); 2 hanno perso la vita nell’esplosione di una ventina di bombole di butano in una casa di Alcanar (il secondo corpo è stato scoperto ieri), avvenuto mercoledì: “L’ipotesi – ha detto Trapero – è che stessero preparando da tempo uno o più attentati, hanno avuto un incidente durante la preparazione del materiale esplosivo”. Le indagini relative all’episodio hanno portato all’arresto di Mohamed Houli Chemlal, 20 anni, amico di Moussa Oukabir: in linea anagrafica con gli altri compagni. Inoltre, è amico di alcuni dei terroristi uccisi a Cambrils.
Gli analisti dell’Antiterrorismo spagnolo dovranno rivedere un po’i loro report, secondo i quali l’età media dei radicalizzati in Spagna hanno un’età media di 30 anni, sono sposati con 2 figli e il loro tasso disoccupazione è lo stesso degli altri spagnoli. Dall’11 marzo 2004 – giorno dell’attentato alla stazione Atocha di Madrid: 191 morti, 1858 feriti – le prigioni spagnole hanno ospitato 687 detenuti islamici (140 condannati per terrorismo). Il 30% dei radicalizzati stanno nella regione di Barcellona: la Catalogna si conferma il cuore del jihadismo iberico.