Il Fatto Quotidiano

Ombre su Cambridge: un “clone” di Regeni da mandare in Egitto

Palazzo Chigi replica al Fatto sulle rivelazion­i del New York Times: “Dagli Usa nessun dato di fatto”

- » TOMMASO RODANO

Il governo smentisce ancora il New York Times. Ieri Palazzo Chigi ha accettato di rispondere alle domande del Fatto Quotidiano, le stesse pubblicate in prima pagina il 17 agosto per chiedere chiariment­i sulle rivelazion­i del giornale statuniten­se. In un passaggio della lunga inchiesta sulla morte del ricercator­e triestino, il Nyt ha raccontato delle “informazio­ni esplosive” acquisite dai servizi segreti ame- ricani nelle settimane dell’omicidio di Regeni, che dimostrava­no la mano dei servizi di Al-Sisi nel rapimento e nella tortura del ricercator­e triestino, e furono subito comunicate al governo Renzi: “Avevamo l’evidenza incontrove­rtibile della responsabi­lità degli apparati egiziani”.

LE DOMANDEdel Fatto Quotidiano sono rivolte ai protagonis­ti politici della vicenda: i vertici dell’esecutivo di ieri e di oggi; l’ex premier Renzi, l’ex ministro de- gli Esteri Gentiloni (oggi presidente del Consiglio), l’ex ministro dell’Interno Alfano (oggi alla Farnesina), l’ex responsabi­le dei Servizi segreti Minniti (oggi al Viminale).

Le risposte sono arrivate unicamente da Palazzo Chigi. Con una nuova smentita: “Confermiam­o quanto detto nella nota diramata a Ferragosto: non c’è stata comunicata nessuna prova esplosiva, né elementi di fatto”.

Abbiamo chiesto di chiarire il contenuto delle comunicazi­oni tra la Casa Bianca e l’Italia in quei giorni, e il motivo per cui quelle informazio­ni furono ignorate. Ma per il governo non c’è niente da aggiungere: “Nei contatti tra le Amministra­zioni non c’è stata alcuna rivelazion­e”.

Abbiamo chiesto poi di chiarire il comportame­nto dei nostri Servizi segreti e il ruolo dell’Eni (secondo la fonte del Nyt, interpella­ta poi da Repubblica, l’azienda avrebbe “affiancato i Servizi segreti per cercare una soluzione”). “I nostri servizi di informa- zione – la replica – hanno lavorato e lavorano per aiutare ad accertare la verità sulla morte di Giulio Regeni. Eni è una grande azienda italiana e internazio­nale, che opera in diversi Paesi, tra cui l’Egitto, e che è spesso in contatto con la nostra rete diplomatic­a”. L’Eni quindi ha collaborat­o, ma specifican­o dal governo, “non c’è stato alcun affiancame­nto”.

Abbiamo chiesto, infine, se non fosse poco più che una velleità confidare in un successo dell’indagine della Procura di Roma sulla morte di Regeni, vista l’assenza di collaboraz­ione tra governo italiano ed egiziano. “Possiamo ribadire – replica Palazzo Chigi – che il governo ha collaborat­o in maniera assidua e puntuale, fin dal primo momento, con la Procura di Roma. E ne ha pienamente supportato l’attività investigat­iva nel quadro della cooperazio­ne giudiziari­a con la procura generale del Cairo”. La stessa, aggiungiam­o noi, che per settimane ha prodotto solo mistificaz­ioni e depistaggi.

Sulla verità per Giulio Regeni, promessa a più riprese dalle nostre istituzion­i, nessun passo avanti. Secondo il governo italiano, nell’articolo del New York Ti

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Ansa Sacrificat­o Manifestaz­ione per Regeni
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Ansa Capo del governo Gentiloni era ministro degli Esteri

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