Il referendum catalano può attendere “Non ho paura, restiamo uniti”
Il premier Rajoy e il governatore
No
tinc por, “Non ho paura”, gridano in migliaia le persone accorse in Plaça Catalunya e tutt’intorno sulla Rambla, per commemorare con un minuto di silenzio le vittime dell’attentato terrorista del 17 agosto a Barcellona. Il giorno dopo la città si risveglia dolente, ma decisa a riprendersi la sua normalità. Poco alla volta le persone ritornano a occupare l’area del centro che il giorno prima era impossibile attraversare. Sulla Rambla, ancora sgombra di veicoli, si formano spontaneamente assembramenti attorno a spazi di memoria colmi di fiori e bigliettini, alcuni turisti trasportano con poca convinzione i loro bagagli verso un qualche albergo, un brasiliano in vacanza nella Capitale catalana, rimasto ferito a una gamba nell’attentato, racconta il suo orrore personale. Molti i residenti, catalani per lo più, convinti che quello che è successo non cambierà l’attitudine accogliente della città.
In piazza ci sono tutte le autorità catalane, il presidente della Generalitat Puigdemont, la presidente del Parlamento Forcadell, la sindaca Colau e quelle dello Stato.
SONO VENUTI IL PRESIDENTE del governo Rajoy, accompagnato dalla sua vice Sáenz de Santamaría e il ministro degli Interni, e il re Felipe VI. L’opposizione è rappresentata dal leader socialista Sánchez e quello di Podemos Iglesias. L’immagine vo- luta è quella dell’unità contro la violenza terrorista, come non poteva essere altrimenti. Se ne fa paladino, più tardi in una dichiarazione istituzionale, Rajoy, che manifesta “la volontà di lavorare insieme e generare fiducia” e auspica “un coordinamento non solo tra le forze dell’ordine, ma anche tra le forze politiche e le istituzioni”, mentre rinvia le misure da prendere alle prossime riunioni della commissione sul grado di allerta contro il terrorismo e del patto antiterrorista. Gli fa eco Puigdemont, che parla di “riunione profittevole per dare fiducia e speranza”. Per poi sottolineare “la risposta ammirabile della nostra società”, decisa a far valere i valori di “solidarietà, convivenza, libertà, rispetto”. La Comunidad Ahmadía del Islam en España ha emesso un comunicato di netta condanna dell’attentato. Per oggi, almeno, il referendum del 1° ottobre in Catalogna non è argomento di conflitto.