Brand e furgoni: ecco il manuale del terrorista
I predicatori dell’Isis annunciano i “cavalli marchiati”. Con guida all’uso
La minaccia continua, “ci saranno altri attacchi analoghi in Europa e Stati Uniti”, e dall'universo jihadista spunta anche un nuovo brand per evocarli. I furgoni e i camion diventano “cavalli marchiati”, secondo quanto riferito da una fonte della sicurezza irachena che ha captato gli ultimi sermoni elargiti ieri ad Hawijah, roccaforte dell'Isis a nord di Baghdad.
Si tratterebbe di testi anche scritti, nei quali si annuncia l'avvenuta costruzione di apposite “cellule”, già addestrate a tale tipologia di attacchi, da perpetrare “contro le masse di infedeli” per vendicare “gli assalti al Califfato” nella regione mediorientale.
LA RIVENDICAZIONEjihadista si alimenta dunque di apparenti contenuti strategici, oltre a riferimenti a presunte simbologie islamiche, peraltro piuttosto “eterodosse”, a dispetto delle ispirazioni “puriste” declamate dai fondamentalisti. Di cavalli non c'è quasi traccia nel Corano, men che meno con connotazioni sanguinarie.
L'ennesimo delirio dei finti santoni fa leva, quale unico appiglio possibile, su qualche vecchia iconografia ( eterodossa), che faceva discendere l’animale dal “paradiso” con in sella Maometto. Era il Buraq, pacifico quadrupede alato, per giunta disegnato perlopiù col volto di una donna.
Se l'Islam propagandato dai violenti profeti odierni è, per l'ennesima volta, una bufala senza sostanza, il rivendicato addestramento dei cosiddetti “c a v a l ie r i ” ha dei riscontri reali. Risalirebbero a sette anni fa, ai tempi di al Qaeda, i primi appelli all'uso di mezzi pesanti per perpetrare attentati. E negli ultimi mesi sono subentrati dei veri e propri “manuali”, di facile reperimento anche sul web. È il caso, ad esempio, di Rumiyah, un periodico patinato e in ottimo inglese, tanto da poter fare concorrenza, nella qualità del formato, a una buona rivista anglo-americana. Tra deliranti appro- fondimenti religiosi, cronache militari dei successi del Califfato e sociologie pseudo-islamiste, appaiono anche approfondimenti pratici per il buon terrorista.
E tra questi, svetta un’“esclusiva” dedicata specificamente agli attacchi a bordo di veicoli. In mezzo ad altre mal- destre citazioni attribuite ad Allah e rievocazioni di attentati analoghi (quello a Nizza viene definito “superbo” per la quantità di morti causate), le indicazioni sono davvero basiche: la scelta del veicolo stesso, “pesante” ma dotato “di buona ac cel era zio ne ”, e possibilmente “solido”, dotato quindi di 8 e non 4 ruote, capaci di superare eventuali ostacoli, oltre che di abbattere un congruo quantitativo di fedeli.
SE I SOLDI son pochi, si suggerisce il noleggio (con foto esemplare di un camion Hertz). Poi c'è la scelta degli obiettivi, con menzioni speciali per mercati, festival, raduni politici, in ogni caso ambiti ben affollati, alfine di “massimizzare le vittime”.
Prima di partire, è poi “importantissimo”, si legge, controllare per bene l'itinerario e il veicolo, inclusa la presenza di un “quantitativo adeguato di benzina”. E, una volta sul posto, rimanere a bordo dello stesso il maggior tempo possibile, per uccidere estesamente, senza scoraggiarsi per qualche possibile intralcio.
Infine, è “consigliato” (non è un vero e proprio obbligo divino) procurarsi e portare con sè un’arma (“una pistola o un coltello”), sicché, quando il furgone non riesce più ad avanzare, si può allargare ulteriormente la carneficina.
È scritto proprio così, con la disarmante semplicità del più semplice dei manuali Ikea. E con relativa facilità il testo è facilmente rintracciabile sul web, il che lascia intuire anche un interesse dei servizi al monitoraggio di chi lo consulta.
Si tratta comunque di una comunicazione efficace, pericolosamente “fruibile” a chiunque per la banalità dei consigli, con la cornice di formati divulgativi e simboli storico- religiosi “alti”, seppur strampalati.
Uno di questi è l’“al-Andalusia”, ovvero il sogno di una conquista della penisola iberica. Attenzione, però, perché in cima alla simbologia jihadista e a tutti i numeri di Rumiyah, l’orizzonte supremo resta quello di sempre, Roma.
Nuove minacce Dall’Iraq filtra la notizia di altre cellule addestrate e pronte ad attacchi analoghi Le edizioni della rivista Rumiyah. Che spiega come si fanno le stragi