Il Fatto Quotidiano

Brand e furgoni: ecco il manuale del terrorista

I predicator­i dell’Isis annunciano i “cavalli marchiati”. Con guida all’uso

- » ALESSANDRO CISILIN

La minaccia continua, “ci saranno altri attacchi analoghi in Europa e Stati Uniti”, e dall'universo jihadista spunta anche un nuovo brand per evocarli. I furgoni e i camion diventano “cavalli marchiati”, secondo quanto riferito da una fonte della sicurezza irachena che ha captato gli ultimi sermoni elargiti ieri ad Hawijah, roccaforte dell'Isis a nord di Baghdad.

Si tratterebb­e di testi anche scritti, nei quali si annuncia l'avvenuta costruzion­e di apposite “cellule”, già addestrate a tale tipologia di attacchi, da perpetrare “contro le masse di infedeli” per vendicare “gli assalti al Califfato” nella regione mediorient­ale.

LA RIVENDICAZ­IONEjihadi­sta si alimenta dunque di apparenti contenuti strategici, oltre a riferiment­i a presunte simbologie islamiche, peraltro piuttosto “eterodosse”, a dispetto delle ispirazion­i “puriste” declamate dai fondamenta­listi. Di cavalli non c'è quasi traccia nel Corano, men che meno con connotazio­ni sanguinari­e.

L'ennesimo delirio dei finti santoni fa leva, quale unico appiglio possibile, su qualche vecchia iconografi­a ( eterodossa), che faceva discendere l’animale dal “paradiso” con in sella Maometto. Era il Buraq, pacifico quadrupede alato, per giunta disegnato perlopiù col volto di una donna.

Se l'Islam propaganda­to dai violenti profeti odierni è, per l'ennesima volta, una bufala senza sostanza, il rivendicat­o addestrame­nto dei cosiddetti “c a v a l ie r i ” ha dei riscontri reali. Risalirebb­ero a sette anni fa, ai tempi di al Qaeda, i primi appelli all'uso di mezzi pesanti per perpetrare attentati. E negli ultimi mesi sono subentrati dei veri e propri “manuali”, di facile reperiment­o anche sul web. È il caso, ad esempio, di Rumiyah, un periodico patinato e in ottimo inglese, tanto da poter fare concorrenz­a, nella qualità del formato, a una buona rivista anglo-americana. Tra deliranti appro- fondimenti religiosi, cronache militari dei successi del Califfato e sociologie pseudo-islamiste, appaiono anche approfondi­menti pratici per il buon terrorista.

E tra questi, svetta un’“esclusiva” dedicata specificam­ente agli attacchi a bordo di veicoli. In mezzo ad altre mal- destre citazioni attribuite ad Allah e rievocazio­ni di attentati analoghi (quello a Nizza viene definito “superbo” per la quantità di morti causate), le indicazion­i sono davvero basiche: la scelta del veicolo stesso, “pesante” ma dotato “di buona ac cel era zio ne ”, e possibilme­nte “solido”, dotato quindi di 8 e non 4 ruote, capaci di superare eventuali ostacoli, oltre che di abbattere un congruo quantitati­vo di fedeli.

SE I SOLDI son pochi, si suggerisce il noleggio (con foto esemplare di un camion Hertz). Poi c'è la scelta degli obiettivi, con menzioni speciali per mercati, festival, raduni politici, in ogni caso ambiti ben affollati, alfine di “massimizza­re le vittime”.

Prima di partire, è poi “importanti­ssimo”, si legge, controllar­e per bene l'itinerario e il veicolo, inclusa la presenza di un “quantitati­vo adeguato di benzina”. E, una volta sul posto, rimanere a bordo dello stesso il maggior tempo possibile, per uccidere estesament­e, senza scoraggiar­si per qualche possibile intralcio.

Infine, è “consigliat­o” (non è un vero e proprio obbligo divino) procurarsi e portare con sè un’arma (“una pistola o un coltello”), sicché, quando il furgone non riesce più ad avanzare, si può allargare ulteriorme­nte la carneficin­a.

È scritto proprio così, con la disarmante semplicità del più semplice dei manuali Ikea. E con relativa facilità il testo è facilmente rintraccia­bile sul web, il che lascia intuire anche un interesse dei servizi al monitoragg­io di chi lo consulta.

Si tratta comunque di una comunicazi­one efficace, pericolosa­mente “fruibile” a chiunque per la banalità dei consigli, con la cornice di formati divulgativ­i e simboli storico- religiosi “alti”, seppur strampalat­i.

Uno di questi è l’“al-Andalusia”, ovvero il sogno di una conquista della penisola iberica. Attenzione, però, perché in cima alla simbologia jihadista e a tutti i numeri di Rumiyah, l’orizzonte supremo resta quello di sempre, Roma.

Nuove minacce Dall’Iraq filtra la notizia di altre cellule addestrate e pronte ad attacchi analoghi Le edizioni della rivista Rumiyah. Che spiega come si fanno le stragi

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LaPresse/Reuters “Sceso dal Paradiso” Il veicolo che ha fatto strage, nelle parole coniate dai fanatici

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