Antonio, 23 anni: così si muore in Italia senza bisogno dell’Isis
Il padre: “É spirato in ospedale, loro intanto litigavano”. E De Luca tace
■Mentre il governatore e plenipotenziario De Luca aumenta i compensi ai manager delle disastrate Asl campane, emergono particolari agghiaccianti sulla morte in ospedale del giovane Scafuri, ferito in un incidente d’auto a Ercolano e portato in ambulanza a Loreto Mare, che ha i posti letto ma non l’angiotac
Aveva 23 anni Antonio Scafuri, un ragazzo di Torre del Greco che ha perso la vita nel reparto di rianimazione del Loreto Mare, dopo che è stato ricoverato in seguito a un grave incidente stradale. Il giovane si trovava a bordo, come passeggero, di uno scooter insieme con un amico. Erano a Ercolano, nei pressi di Villa Favorita, quando il motorino si è schiantato contro un’automobile che stava facendo una manovra. Antonio è stato sbalzato lontano. Quando è arrivata l’ambulanza le condizioni sono apparse subito gravissime ai paramedici, che hanno portato il ragazzo all’o spe da le Loreto Mare di Napoli, visto che il Maresca – il nosocomio più vicino – dopo il depotenziamento che ha subito negli scorsi mesi ha meno posti letto. Antonio passa per l’accettazione del pronto soccorso, dove viene ricoverato in codice rosso per un politrauma e fratture multiple.
È il 16 agosto e sono passate da poche le 21.30: da questo momento inizia il suo lungo calvario che si concluderà nel pomeriggio del giorno successivo su una gelida barella dell’obitorio dopo aver atteso quattro ore prima del trasferimento in un altro ospedale di Napoli, il Vecchio Pellegrini, per un’angiotac urgente.
LA VICENDA è atroce e a raccontarla su Facebook è il consigliere regionale della Campania, Francesco Borrelli, al quale – in forma anonima – hanno consegnato il rapporto interno che il responsabile del Pronto soccorso, Alfredo Pietroluongo, ha inviato al direttore sanitario del Loreto Mare, dove, tra l’altro, si legge che si è verificata una “inosservanza ai più elementari doveri professionali”. Una tragedia avvenuta in un ospedale già tristemente noto per lo scandalo dei furbetti del cartellino, dove tutt’oggi lavorano 55 dipendenti agli arresti domiciliari indagati per assenteismo, mentre altri due medici sono da pochi mesi finiti in carcere per una truffa alle assicurazioni Rc auto.
Secondo la ricostruzione del responsabile del Pronto soccorso, proprio il trasferimento ritardato al Vecchio Pellegrini, senza ambulanza rianimativa, potrebbe aver compromesso il quadro clinico già precario del 23enne, debilitato dalle fratture multiple causate dall’incidente.
Anche se le condizioni di Antonio sono giudicate gravissime, il ragazzo rimane diverse ore in attesa del trasfe- rimento all’altro nosocomio per eseguire l’esame radiografico, poiché non c’è accordo tra il personale medico e paramedico per decidere chi deve accompagnarlo. Ore in cui le condizioni di Antonio Scafuri continuano a peggiorare drammaticamente, tra le sollecitazioni della famiglia a fare qualcosa e le presunte rassicurazioni del medico di turno al pronto soccorso, secondo il quale è invece tutto regolare. All’una di notte e poco prima delle
2, è lo stesso Pietroluongo che chiede spiegazioni, in uno scambio di accuse, al medico che sta seguendo Antonio.
Pressioni che servono solo a fare partire l’ambulanza, ma senza rianimatore a bordo. Inoltre, durante il viaggio di andata e ritorno verso l’altro ospedale, vengono trasfuse tre sacche di sangue al ragazzo. I medici del Vecchio Pellegrini criticano l’assenza dell’ambulanza rianimativa, ma anche al rientro non c’è nessun addetto specializzato ad accompagnare Antonio che nel frattempo si è aggravato. Alle ore 8,30, quando il ragazzo viene trasferito in rianimazione al Loreto Mare, le sue condizioni risultano disperate.
I GENITORI di Antonio, intanto, aspettano in sala d’attesa che un miracolo salvi il figlio: le ultime notizie che gli vengono date dall’ospedale, al ritorno dall’a ngiotac, sono che il figlio è stato portato in rianimazione a cause delle tante fratture ma che gli esiti della tac sono favorevoli. Da quel momento, però, le comunicazioni terminano e non gli resterà altro che aspettare fino al primo pomeriggio, quando il ragazzo muore, dopo aver avuto anche tre infarti. Questa la fredda ricostruzione dei fatti a cui, nelle ultime ore, hanno fatto seguito l’apertura di una doppia inchiesta, della procura e dell’Asl, in attesa dell’arrivo questa mattina alle 10 della task-force inviata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin per fare luce su un presunto drammatico caso di malasanità. Nelle stesse ore l’avvocato della famiglia Scafuri, Luigi Ascione, andrà in procura per depositare due denunce contro gli ospedali. “La giustizia deve trovare i colpevoli e punirli per inefficienza e incuria da parte di chi era preposto ad assistere e salvare vite umane”, commenta al telefono.
Mancato accordo Il trasferimento è stato ritardato per una serie di rimpalli tra il personale in servizio