Il Fatto Quotidiano

“Mio figlio è stato ammazzato Ora voglio che sia fatta giustizia”

Il drammatico racconto del padre

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“Io voglio sapere chi ha ucciso mio figlio. Voglio la verità. Non si trattano così le persone”. È l’urlo di dolore di Raffaele Scafuri, il papà di Antonio, che – i ntervis tato dall’Ansae da SkyTg24– parla con le lacrime agli occhi e racconta le ore di agonia che hanno preceduto la morte del figlio 23enne. “Siamo arrivati al Loreto Mare attorno alle 21.30 e – racconta l’uomo – siamo stati subito assistiti. Poi mio figlio è stato posto su un lettino in attesa di effettuare l’e s ame utile a comprender­e se vi fossero problemi ai vasi sanguigni. Lì – prosegue – è rimasto per ore, saranno state le 4 quando ho alzato la voce e solo allora medici e infermieri si sono messi d’accordo, dopo che li avevamo visti anche litigare”. Il papà di Antonio non riesce a darsi pace: “Mentre lui moriva, al pronto soccorso ancora non avevano deciso chi dovesse salire sull’ambulanza che doveva portarlo a fare una angiotac. Era

Il grido di dolore “Abbiamo dovuto urlare, ce l’hanno fatto vedere quando il suo corpo era già freddo”

la prima cosa che dovevano fare e non è stata fatta”. Poi il padre a fatica e piegato da un dolore insopporta­bile racconta dell’ultimo incontro che ha avuto con il figlio, steso già morto, sul letto dell’os peda le: “Quando siamo andati vicino ad Antonio era freddo, era morto da tanto tempo, ma non ci hanno detto nulla dall’una fino alle sei del pomeriggio. Mio figlio era un leone e l’ho perso a causa della negligenza dei medici che l’avrebbero invece dovuto curare”.

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Nella foto, Raffaele Scafuri, il padre di Antonio: il giovane 23enne morto al Loreto Mare
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