Il Fatto Quotidiano

Il vescovo invoca dai politici l’unità che manca

La messa celebrata di fronte a 1800 persone: in prima fila Rajoy e il presidente catalano

- FQ

“Siamo

tutti uniti per un obiettivo comune: la pace, il rispetto e la convivenza fraterna”: lo ha detto in cinque lingue l’arcivescov­o e cardinale di Barcellona, Joan Josep Omella, durante la messa di ieri in suffragio delle vittime dell’attentato sulla Rambla. Era stato scelto il luogo simbolo della città nel mondo, la Sagrada Familia di Gaudì, quel luogo che, secondo gli inquirenti, era uno degli obiettivi presi di mira dagli attentator­i.

Le imponenti misure di sicurezza – metal detector e perquisizi­oni personali all’entrata – non hanno fermato spagnoli e turisti, che hanno atteso in alcuni casi persino tre ore prima di po- ter entrare nella basilica: le autorità hanno contato alla fine circa mille e ottocento persone. In prima fila i reali di Spagna, Felipe e sua moglie Letitia, il premier Mariano Rajoy, il presidente della Catalogna Carles Puigdemont, la sindaca di Barcellona Ada Colau e il sindaco di Cambrils, Camí Mendoza. Insieme, nell’illusione di ribadire un’unità che invece, di fatto, sembra non esserci: il primo ottobre un referendum che Rajoy non ha mai voluto, e fino alla cui proclamazi­one non ha voluto credere, stabilirà se la Catalogna diventerà una repubblica indipenden­te. E anche alcuni botta e risposta tra le due polizie (quella catalana e quella spagnola) sulle stesse indagini sull ’ atten tato lasciano capire che fatto bene, il vescovo, a invocare l’unità: “La pace è la migliore amica della nostra vita – ha ribadito dal pulpito – e chiediamo al Signore che ci dia la maniera di essere artigiani di pa- ce. È bello essere qui tutti uniti, questo è il mosaico sul quale si costruisce la società”.

IN CITTÀ IERI è arrivato anche il nostro ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che ha fatto visita ai feriti in ospedale, è stato a colloquio con l’ambasciato­re e poi ha ribadito che il livello di allerta in Italia resta altissimo: “Al Viminale – ha detto – hanno lavorato per rendere i nostri sistemi sempre più efficienti in un contesto dove il rischio zero non esiste”. Lo hanno ribadito tutti nei giorni scorsi: pur non dando troppo credito all’ennesima minaccia arrivata da uno dei canali Telegram dei jihadisti, nessun Paese può dirsi realmente al sicuro.

Intanto, in attesa della grande manifestaz­ione contro il terrorismo di sabato prossimo a Barcellona, cui non parteciper­anno gli indipenden­tisti di sinistra del Cup, ieri un centinaio di persone convocate dalle comunità musulmane si sono radunate a Madrid in segno di solidariet­à per le vittime. I manifestan­ti hanno portato in piazza Puerta del Sol cartelli e striscioni con su scritto: “Not in my name” (“Non nel mio nome”).

Allerta continua Alfano visita i feriti e ribadisce: “Massimo livello di attenzione ma nessuno è al sicuro”

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Ansa Il luogo simbolo Nella Sagrada Familia ieri si è celebrata la messa per le vittime
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