Cl benedice Gentiloni: “Mai più uomini soli al comando”
Migranti, Ius soli, lavoro: il premier rassicura il Movimento che lo rivuole a Palazzo Chigi. Ma in sala piomba una mezza reprimenda dal Papa
Ia motivazione per il quale il premier Paolo Gentiloni è stato accolto con interesse è considerazione all’apertura del meeting di Rimini di Comunione e liberazione suona come una campana a morto per Matteo Renzi. Con Gentiloni “è finita l’i de a dell’uomo solo al comando” ha decretato Giorgio Vittadini, uno dei leader storici di Cl, in un’intervista al Corriere della Sera. Lo stesso quotidiano che ieri ha colto l’occasione della presentazione della kermesse ciellina per lanciare la candidatura di Gentiloni alla guida anche del prossimo governo.
DE SCR IT TO come un uomo tranquillo, schivo, amato da tutti, senza nemici e senza ambizioni, le virtù morali del “premier per una stagione” sono divenute oggi evidentemente rare qualità politiche negli ambienti della borghesia cattolica milanese, orfana del doroteismo e dei buoni auspici del ciellismo rampante di Roberto Formigoni, vista l’aria di sovversione che tira, dal Vaticano alla Casaleggio associati. “L’eredità e il futuro per l’Italia” è il titolo della sezione di apertura della prima giornata del convegno riminese in cui ha preso la parola il presidente del Consiglio, introdotta da Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione meeting per l’amicizia fra i popoli e dallo stesso Vittadini, in qualità di presidente della Fondazione per la sussidiarietà.
All’ingresso nell’a ud i t orium “B3 Intesa S.Paolo”, gremito per l’occasione, Gentiloni viene accolto da un grande applauso della platea, ricambiato prima di sedersi in prima fila, mentre non si sottrae ai tanti telefonini che gli si assie- pano intorno. Nell’intervento Gentiloni è ancora una volta rassicurante. La risposta all’immigrazione “è il governo dei flussi e il contrasto dell’immigrazione clandestina, non è l’esclusione né la negazione della realtà, queste non sono una garanzia di sicurezza ma semmai di insicurezza per il paese” dice dal palco il presidente del Consiglio, ribadendo la nuova impostazione del ministro dell’Interno Marco Minniti (sì all’accoglienza e sì alle regole) che i ciellini hanno mostrato di gradire a più riprese.
IL GOVERNO italiano “non accetta lezioni da nessuno in campo umanitario” scandisce il premier all’indirizzo di Bruxelles, ma è anche quello che “non deve avere paura di riconoscere diritti e di chiedere rispetto dei doveri anche a chi in Italia è nato e studia nelle nostre scuole” riferendosi alla legge sullo Ius soli che però il segretario del Pd ha rinviato sine die alle Camere dopo la fine della legislatura. E per quanto riguarda la formazione e il lavoro, altro leadimposto al meeting dei giovani di Cl, Gentiloni annuncia che “La crescita è finalmente tornata, ciò è frutto dell’impegno del lavoro del governo di Matteo Renzi che noi stiamo proseguendo.” “Non era scontato - rileva - tenere insieme crescita e avanzo primario, ma non basta: la sfida sarà la qualità della crescita in termini di lavoro e di con- trasto all’esclusione sociale” anche se “molto resta da fare” per facilitare l’attività delle piccole e piccolissime imprese.
Il tentativo di elevare Gentiloni a nuovo santo tutelare viene però parzialmente turbato da un’altra tirata d’orecchi arrivata da papa Francesco al movimento fondato da don Giussani. Il messaggio di saluto inviato dal pontefice, che viene letto all’inizio dei lavori, va dritto a gamba tesa sul tema scelto per la 38esima edizione del Meeting: “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo.” Francesco scrive che bisogna fare sì memoria della propria amicizia con Dio evitando l’“alzheimer spirituale”, ma allo stesso tempo si deve guardare al futuro, perché la memoria del passato non si trasformi in nostalgia ma sia invece una spinta per una “Chiesa in uscita.” E la memoria del popolo di Cl è tornata subito al 2016 in Piazza San Pietro, quando a 80mila ciellini accorsi per aver la sua benedizione, Francesco aveva quasi intimato di cercare “una visione di Chiesa non autoreferenziale, non “impresaria”, capace di stare anche dalla parte dei peccatori, di quelli che cadono e possono rialzarsi; una Chiesa in uscita verso le periferie, non barricata dietro una morale cristiana vissuta solo come contrapposizione estrema con il mondo”.
Dottrina Minniti
Il premier ribadisce tra gli applausi la linea del governo sull’immigrazione La scheda
IL MEETINGdi Rimini riunisce da 38 anni i giovani di Comunione e liberazione per un confronto sui grandi temi e per ascoltare le testimonianze dei protagonisti della politica.
L’EDIZIONE del 2017 si svolgerà da domenica 20 a sabato 26 agosto alla Fiera di Rimini Interverranno oltre a Gentiloni i ministri Delrio,Fedeli, Poletti, Alfano, Orlando e Calenda