Sorrento, il vescovo dittatore che nega la democrazia ai fedeli
La crociata di monsignor Alfano contro l’antico diritto di patronato, che consente l’elezione del parroco
Si chiama diritto di patronato e resiste da oltre mille anni. È un antico privilegio che tocca a ventuno parrocchie nel mondo, di cui ben sette nella penisola di Sorrento, in provincia di Napoli. È l’elezione diretta del parroco. Proprio così. Nacque con la fondazione di queste chiese, costruite da laici che ottennero e pretesero il diritto di presentare, cioè di eleggere, il parroco.
Un tempo votavano solo i capifamiglia maschi. Negli anni ottanta il suffragio è diventato universale, per donne e uomini: basta avere la maggiore età. In costiera sorrentina il diritto riguarda quattro paesi: Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento. Trent’anni fa però a Meta i riflettori della cronaca nazionale si accesero sullo scontro “politico” tra due candidati preti: comizi in piazza, distribuzione di santini elettorali, finanche la campagna porta a porta.
DA QUEL MOMENTO in poi, la preoccupazione maggiore dei vescovi locali - la diocesi va da Castellammare di Stabia a Sorrento - è stata quella di temperare se non pilotare il voto con terne stabilite dalla curia. Di solito composte così: il sacerdote “forte” indicato dal vescovo e due candidati deboli per far nu- mero. Ma neanche questa soluzione ha portato pace tra laici e clero perché in una parrocchia di Piano di Sorrento, la Santissima Trinità, il pronostico venne ribaltato con l’elezione di un outsider.
Ed è per questo che l’attuale vescovo Francesco Alfano
(nella foto) ha di fatto congelato il diritto di patronato nonostante le disposizioni dell’articolo 523 del codice di diritto canonico che tutelano “il diritto di presentazione o di elezione”. Contro di lui sono sorti comitati di fedeli per reclamare questo diritto che risale all’Alto Medioevo. A oggi su sette parrocchie solo una si ritrova con il titolare eletto mentre gli altri sono “amministratori” in attesa dell’investitura popolare. La protesta dei laici va avanti ormai da qualche anno e l’ultima girandola di nomine decisa dal vescovo Alfano ha scatenato di nuovo le polemiche. Non solo: anche tra i sacerdoti della costiera esistono perplessità e alcuni si chiedono se la Cei sia al corrente di questo atteggiamento.