Il Fatto Quotidiano

Sorrento, il vescovo dittatore che nega la democrazia ai fedeli

La crociata di monsignor Alfano contro l’antico diritto di patronato, che consente l’elezione del parroco

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Si chiama diritto di patronato e resiste da oltre mille anni. È un antico privilegio che tocca a ventuno parrocchie nel mondo, di cui ben sette nella penisola di Sorrento, in provincia di Napoli. È l’elezione diretta del parroco. Proprio così. Nacque con la fondazione di queste chiese, costruite da laici che ottennero e pretesero il diritto di presentare, cioè di eleggere, il parroco.

Un tempo votavano solo i capifamigl­ia maschi. Negli anni ottanta il suffragio è diventato universale, per donne e uomini: basta avere la maggiore età. In costiera sorrentina il diritto riguarda quattro paesi: Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento. Trent’anni fa però a Meta i riflettori della cronaca nazionale si accesero sullo scontro “politico” tra due candidati preti: comizi in piazza, distribuzi­one di santini elettorali, finanche la campagna porta a porta.

DA QUEL MOMENTO in poi, la preoccupaz­ione maggiore dei vescovi locali - la diocesi va da Castellamm­are di Stabia a Sorrento - è stata quella di temperare se non pilotare il voto con terne stabilite dalla curia. Di solito composte così: il sacerdote “forte” indicato dal vescovo e due candidati deboli per far nu- mero. Ma neanche questa soluzione ha portato pace tra laici e clero perché in una parrocchia di Piano di Sorrento, la Santissima Trinità, il pronostico venne ribaltato con l’elezione di un outsider.

Ed è per questo che l’attuale vescovo Francesco Alfano

(nella foto) ha di fatto congelato il diritto di patronato nonostante le disposizio­ni dell’articolo 523 del codice di diritto canonico che tutelano “il diritto di presentazi­one o di elezione”. Contro di lui sono sorti comitati di fedeli per reclamare questo diritto che risale all’Alto Medioevo. A oggi su sette parrocchie solo una si ritrova con il titolare eletto mentre gli altri sono “amministra­tori” in attesa dell’investitur­a popolare. La protesta dei laici va avanti ormai da qualche anno e l’ultima girandola di nomine decisa dal vescovo Alfano ha scatenato di nuovo le polemiche. Non solo: anche tra i sacerdoti della costiera esistono perplessit­à e alcuni si chiedono se la Cei sia al corrente di questo atteggiame­nto.

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