Il Fatto Quotidiano

Stelle cadenti: sarò la vostra ‘raccoglitr­ice’

- » BENEDICTA BOCCOLI (Ha collaborat­o Massimilia­no Giovanetti)

Quest’estate il cielo promette un gran numero di stelle cadenti. Quante volte ho guardato il cielo di notte, col cuore pieno di speranze a cercare tra le stelle la mia grande occasione. Come stanotte, in un borgo sperduto tra i monti, senza luna e senza luci artificial­i. Il cielo d’agosto, stracarico di stelle ne lascia cadere qualcuna, a stimolare i desideri di chi, insonne come me, le cerca e le raccoglie.

Una raccoglitr­ice di stelle cadenti, ecco cosa vorrei essere. Si dice che il desiderio si realizza se riesci ad esprimerlo nel brevissimo tempo in cui la striscia resta luminosa. Ma è una frazione di secondo, il tempo infinitesi­mo di un bagliore, ma è troppo breve per concepire qualsiasi cosa. Forse bisognereb­be pensare prima al desiderio, o meglio a un pacchetto di desideri, un pacchetto convenienz­a come al supermerca­to, dal tramonto ti prepari, per poi poterli spendere d’un tratto quando lo sguardo adocchia la luce.

Ma forse è un po’come barare. No, non funziona! Anche perchè i desideri hanno una scadenza troppo breve, non fai a tempo ad esprimerli che sembrano già passati. E quelli che rimangono non sono più tali, diventano urgenze, che è una roba tutta diversa. Allora il segreto è pensare a desideri piccoli piccoli. Frammenti di sospiri, pezzettini di cuore, particelle di futuro. Desideri così piccoli da poter essere concepiti in un battito di palpebra. Ma stanotte io sto così bene che non ho desideri, grandi o piccoli da concepire.

Ho solo la speranza di desiderare per sempre, perché è molto più bello desiderare che avere. Desidero desiderare come una raccoglitr­ice di stelle cadenti col naso all’insù.

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