E alla Camera dormicchia il condono per le costruzioni destinate alle ruspe
Il ddl Falanga è pronto per l’Aula
Le
residue truppe verdiniane si sono precipitate a dichiarare di buon mattino alle agenzie di stampa la loro preoccupazione: i morti di Ischia non fermino la marcia del ddl Falanga, ha messo a verbale il capogruppo in Senato Lucio Barani. Falanga, di nome Ciro, è infatti senatore del gruppo di Denis Verdini e primo firmatario di una legge che intende introdurre il principio del famigerato “abuso di necessità”.
IN SOSTANZA, un modo per salvare dalle ruspe molte costruzioni illegali di cui un giudice ha ordinato la demolizione: se non altro garantendo agli avvocati degli interessati un’ennesima possibilità di ricorso alla magistratura. Falanga, d’altra parte, è campano di Torre del Greco e proprio in Campania sono situate la stragrande maggioranza delle abitazioni (70mila) destinate ad essere tirate giù. Se la legge dovesse essere approvata finirebbe che tutte le abitazioni abitate scalerebbero in fondo alla lista di quelle da abbattere persino nelle zone sottoposte a vincolo paesistico. Ciliegina sulla torta: la lista non si esaurirebbe mai visto che lo stanziamento per demolire gli abusi è fissato in 10 milioni l’anno fino al 2020, sufficienti per meno di 150 immobili ogni 12 mesi.
In un paese a forte rischio sismico che ha un cronico problema di abusivismo - ogni anno vengono costruite circa 20mila case fuori dalla legalità sperando nel successivo condono - non pare esattamente una buona idea. Eppure il ddl Falanga si apprestava ad arrivare nell’aula della Camera a settembre alla chetichella: le commissioni Ambiente e Giustizia avevano dato il via libera, così come la Bilancio quanto ai profili finanziari. Come hanno recente- mente ricordato i Verdi, nelle prime due letture il ddl Falanga era passato “con il sostegno del Pd, del centro destra e inspiegabilmente l’astensione del M5S sia alla Camera che al Senato”.
Forse le scosse di Ischia hanno rimesso in discussione il silenzioso tran tran che portava all’approvazione. Per questo non solo il gruppo verdiniano, ma lo stesso Falanga ieri si disperava: “È assurdo strumentalizzare tragedie come quella che hanno colpito Ischia a fini politici”. La tesi del senatore campano è che l’abusivismo non abbia nulla a che fare coi crolli: basti pensare “al terremoto del 1883, un’epoca in cui non esisteva l’abusivismo”. Neanche i piani regolatori o norme antisismiche, per la verità, cose che Falanga non sembra tenere da conto.