Nuovi lavori, vecchie facce: il “Pierferdi” banchiere

Il suo partito è “Centristi per l’Europa”, collocazione ancora poco chiara ma certamente distante dalla des tr a- de st ra , dalla sinis tr a - s i n istra e dai “po p u l isti” antieuropei. Il peso elettorale non si sa ma si può immaginare (una traccia: 941 i “like” sulla pagina Facebook). Certo è che il fondatore, Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, ex presidente della Camera, ex Dc, ex Ccd ex Udc, con le prossime elezioni rischia di ritrovarsi senza posto.

Per fortuna al suo futuro ci sta pensando la Bologna che conta. È infatti in scadenza il mandato del presidente della fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, ente pubblico, un tempo azionista di controllo della Cassa di risparmio cittadina, e ora cassaforte che distribuisce diversi milioni l’anno alla città, soprattutto in virtù dei dividendi della partecipazione in Intesa Sanpaolo. Secondo quanto riferiva ieri il dorso bolognese di Re pu b b l i c a , nelle settimane agostane s’è discusso della nuova governance dell’ente: a fine anno scadono infatti Leone Sibani, presidente, e diversi consiglieri. Tra i papabili per la poltrona di vertice ci sarebbe proprio Casini, che della Fondazione è già socio e di cui in tema di banche si può ricordare anche la contrarietà all’istituzione della commissione d’inchiesta parlamentare.

L’incognita che grava sul candidato è la norma dello statuto che prevede almeno due anni dalla cessazione di una carica parlamentare. Un cavillo che con la buona volontà può essere superato, così come si è derogato a quello che impedisce a chi non è residente a Bologna di diventare socio (lui è nato a Bologna, ma risiede a Roma). Il prossimo anno la Fondazione si ritroverà in bilancio, oltre ai soliti dividendi, una cifra attorno al mezzo miliardo, a seguito della vendita di gran parte della partecipazione in Intesa, come previsto dalla legge. Una gran bella dote per il nuovo presidente.