Asta record per la “monna Lisa” di Trump
In vendita il Plaza, icona di New York, appartenuto anche all’attuale presidente
C’è chi, come Ga tsby e compagnia bella, ci andava “per bere una menta gh iacc iat a”, affittando una suite “grande e opprimente” e chi – più prosaicamente – lo acquistava tutto intero, vantandosi di aver comprato “un’opera d’arte”: il Plaza, infatti, più che un albergo, è un luogo dell’anima, un’anima ora in vendita a caro prezzo, dopo che i proprietari indiani di Sahara Group hanno deciso di sbarazzarsene.
“Il processo di vendita è in corso e non si è ancora chiuso”, afferma un portavoce del gruppo, che ha già sguinzagliato un agente immobiliare a caccia di possibili, e dana- rosi, acquirenti: il valore dell’edificio è di oltre 500 milioni di dollari e la vendita potrebbe essere da capogiro. Alcuni analisti ipotizzano già una guerra al rialzo delle offerte in grado di far lievitare il prezzo dell’immobile sopra i 560 milioni di dollari, cifra di partenza.
L’ALBERGO d’altronde non è (solo) un albergo: è una icona di New York nel mondo intero, essendo stato il protagonista di tanta letteratura e cinematografia. Per dire, persino Donald Trump, che nel 1988 acquistò il Plaza sborsando 390 milioni di dollari, si accorse del suo valore immateriale, scrivendo sul New York Times: “Non ho comprato un edificio, ho comprato un’opera d’arte: la Monna Lisa”.
Costruito nel 1907, l’hotel ultracentenario si prepara a l l’ennesimo passaggio di proprietà, dopo le numerose, passate avancedi fondi sovrani, investitori stranieri e star di vario genere. L’affare non sarà semplice: è da anni, infatti, che Sahara Group tenta di vendere l’immobile. Il suo fondatore, Subrata Roy, si è spinto addirittura a incontrare potenziali acquirenti in carcere, dove si trovava di recente con l’accusa di aver raccolto illegalmente 6 miliardi di dollari dagli investitori. Nessuna delle trattative è però andata a buon fine; da qui la decisione di assumere un agente, più serio e professionale.
Intanto, per le stanze e i corridoi del Plaza, si aggirano i fantasmi dei suoi più celebri ospiti, dai Beatles a Marilyn Monroe, da Miles Davis a Billie Holiday. Oltre a essere stato immortalato da Francis Scott Fitzgerald, l’albergo – nella vita vera – ha fatto da palcoscenico alla figlia di Joseph Stalin, Svetlana, che lì vi ha annunciato la sua diserzione dall’Unione Sovietica. È stato poi il set delle feste danzanti di Truman Capote e delle nozze di Pa tr ic ia Kennedy, sorella di John, e di Trump con Marla Maples (la seconda moglie). È davvero un luogo dell’anima il Plaza: speriamo che non la venda al diavolo.