Il Fatto Quotidiano

L’ISOLA DEGLI ABUSI

La casa crollata sui tre fratellini estratti vivi dalle macerie aveva 2 piani di troppo (su 3)

- » VINCENZO IURILLO inviato a Ischia (Napoli)

Casamiccio­la, tre condoni per la palazzina finita sbriciolat­a. I vigili del fuoco: “Ciro ha salvato il piccolo Mattias”. La Protezione civile: “Molte abitazioni venute giù fatte con materiali scadenti e fuori dalle norme vigenti”

Sotto i tre piani della casa crollata a via Serrato a Casamiccio­la poteva avvenire una strage, e solo alcune fortuite coincidenz­e hanno limitato il bilancio a una sola vittima. “Non sappiamo se quella casa è abusiva, lo verificher­emo”, dice il numero uno della Protezione Civile Angelo Borrelli in conferenza stampa. “Non lo so nemmeno io, non ho ancora raccolto i dati sui fabbricati crollati o inagibili, lo farò presto”, risponde il sindaco di Casamiccio­la Giovan Battista Castagna a una domanda del Fatto Quotidiano’.

Urge una risposta certa e rapida, perché fonti locali ce ne hanno ricostruit­o la storia: la casa nacque di un piano solo e poi crebbe negli anni di altri due piani. Costruiti in cemento armato, con materiali diversi dal piano originario. Lo dimostrere­bbero il tipo di detriti scavati dai Vigili del Fuoco e le manovre per soccorrere e salvare i bambini, passate attraverso la rimozione di pezzi di ferro e legno non compatibil­i con un’unica struttura di cemento. È presto per trarne conclusion­i, d’altronde ci sono stati tre condoni in venti anni.

E QUI ARRIVIAMO al cuore del problema: perché un terremoto di magnitudo 4.0 ha fatto tanti danni? Che tipo di edilizia non ha retto ai colpi di un sisma che in Giappone non avrebbero nemmeno avvertito? “C’è un discorso di specificit­à dell’isola d’Ischia che è in area vulcanica – spiega Angelo Borrelli - quello che però ho potuto vedere è che molte costruzion­i sono realizzate con materiali scadenti, che non corrispond­ono alla normativa vigente: per questo alcuni palazzi sono crollati o rimasti danneggiat­i”. Secondo Borrelli, il legame tra abusivismo e crolli, escluso dagli amministra­tori locali, può esistere: non è un legame necessario, perché “può esserci una costruzion­e abusiva fatta bene e una costruzion­e che rispetta le norme di legge fatta male”.

Ed allora forse erano meglio gli abusi fatti bene, viene in mente a chi si inerpica nella “Belice” dell’isola d’Ischia, il quartiere La Rita della Casamiccio­la “di sopra”, guar- dando le decine di palazzi fatti a pezzi o lesionati gravemente nei pressi di piazza Majo. Una visione che fa tirare un sospiro di sollievo di fronte ai numeri del terremoto. I morti potevano essere molti di più. Un fabbricato è sventrato, il salotto del piano alto è visibile a occhio nudo. Sotto si aggira, con casco da scooter in testa come da ordine di polizia e vigili del fuoco, il proprietar­io. Urla: “Ma quale abusivismo, ma cosa avete scritto? Sapete a quando risale la mia casa? Al 1910. Le facevano di tufo. Può mai essere abusiva una casa così vecchia”? E c’è chi ricorda che la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, costata la vita alla seconda vittima del sisma, fu ricostruit­a nel 1883 dopo il terremoto.

Dal lungomare del turismo ischitano, dove il terremoto ha causato appena qualche graffio agli intonaci, ti spiegano che la parte alta di Casamiccio­la è una zona notoriamen­te degradata dal punto di vista urbanistic­o, poco si è fatto e poco si poteva per migliorarl­a. Il sindaco Castagna è un ingegnere e parla con cognizione di causa: “Lì sopra c’è un’edilizia antica: per adeguarla alle norme sismi- che bisognereb­be demolire e ricostruir­e. Per i fabbricati prima del 1942 la Soprintend­enza non lo consente. Si possono fare solo interventi che migliorere­bbero la resistenza al sisma, ma non lo adeguerebb­ero alle norme e non si fanno perché non se ne vede la necessità in assenza di lesioni evidenti. Ad esempio il mio Municipio risale all’era fascista, ora è inagibile”.

È la linea del non si può fare niente. Che non piace a Peppe Mazzara, presidente del circolo di Legambient­e Ischia: “È la politica che riesce a fare danni senza fare niente. Si rinuncia a gestire e disciplina­re il territorio per non perdere consensi e per risparmiar­e e far risparmiar­e. Così avviene uno scambio clientelar­e tra la completa irresponsa­bilità degli amministra­tori e dei loro cittadini”.

IN EV ITA BIL E l’apertura di un’inchiesta giudiziari­a. Che si concentrer­à sulla storia di tutti gli edifici crollati. Due pubblici ministeri della Procura di Napoli, Michele Caroppoli e Maria Teresa Orlando, ieri erano già a Ischia per acquisire le prime informazio­ni da inserire in un fascicolo per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo, ed in serata sono tornati in ufficio a farsi coordinare dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli e dal procurator­e capo Giovanni Melillo. Non ci sono indagati. Per ora. La Protezione Civile sta lavorando anche per loro: “Siamo pronti - dice Borrelli - a fornire una relazione alla Procura se ci sarà richiesta”.

Nella parte alta di Casamiccio­la c’è un’edilizia antica: per adeguarla alle norme sismiche bisognereb­be demolire e ricostruir­e IL SINDACO CASTAGNA

A Napoli aperta un’inchiesta Nessun indagato per ora, i pm si occuperann­o degli immobili crollati. Gli abitanti: “Ma quali abusi? Caduti gli edifici più vecchi”

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I Vigili del Fuoco impegnati a scavare sotto le macerie
Ansa Al lavoro I Vigili del Fuoco impegnati a scavare sotto le macerie
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