Il Fatto Quotidiano

Raggi e miraggi

- » MARCO TRAVAGLIO

L’arrivo a Roma del quarto assessore al Bilancio in un anno, senza contare i valzer all’Ambiente, all’Urbanistic­a, all’Ama (rifiuti) e all’Atac (trasporti) è l’ennesima prova del dilettanti­smo, del pressappoc­hismo, dell’improvvisa­zione e dell’inesperien­za con cui non solo Virginia Raggi, ma tutto il M5S hanno affrontato un’impresa già di per sé disperata: governare Roma. E questo lo sappiamo, ma repetita iuvant, visto che i 5Stelle si candidano nientepopo­dimenoché a governare l’Italia. Ciò che pochi notano, in un panorama informativ­o a senso unico, è che ai fallimenti grillini nella Capitale s’aggiungono quelli della “società civile” che avevano coinvolto nell’avventura romana. Fra i tanti errori, la Raggi ne aveva evitato almeno uno: quello di chiudersi nel recinto grillino con un monocolore pentastell­ato. A parte un paio di nomi, aveva pescato il grosso degli assessori, collaborat­ori e manager all’esterno, tra figure indipenden­ti “di area”, alcune brave e titolate. Ed è proprio da queste – tranne il vicesindac­o e assessore alla Cultura Luca Bergamo e pochi altri – che ha subìto le più cocenti delusioni.

Paola Muraro, fra i massimi esperti di compostagg­io-rifiuti, ha pagato suo malgrado un’inchiesta della Procura poi finita quasi nel nulla (a parte un’infrazione al Testo Ambientale oblabile con pochi euro) e un massacro mediatico mai visto per così poco, che infatti s’è interrotto il giorno delle dimissioni. L’urbanista Paolo Berdini, icona della sinistra ambientali­sta, aveva collaborat­o col M5S negli anni dell’opposizion­e in Campidogli­o e aveva finalmente l’occasione di fare ottime cose: purtroppo l’ha persa, con pochi fatti e troppe parole, dalle continue giravolte sullo stadio della Roma e persino sulle Olimpiadi a l l’intervista- harakiri sugli amori (peraltro inventati) della sindaca. All’Atac, dopo vari sommovimen­ti, era giunto per concorso un fuoriclass­e come Bruno Rota, risanatore dell’Atm milanese: la Raggi gli aveva dato carta bianca sul concordato preventivo, ma un po’ la paura di finire nei guai con la giustizia per qualche firma di troppo in quel verminaio, un po’ le resistenze dell’assessore Mazzillo, l’hanno indotto a fuggire dopo pochi mesi. Il primo assessore al Bilancio era Marcello Minenna, tecnico Consob di indiscusso prestigio, che però se ne andò in due mesi perché la sindaca aveva seguito il parere Anac sull’illegittim­ità del contratto d’ingaggio della giudice Carla Raineri come capo-gabinetto. Minenna fu sostituito con Raffaele De Dominicis, ex Pg della Corte dei Conti, che però era indagato e non aveva avvertito la sindaca.

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