Il Fatto Quotidiano

Sequestrat­a la chiesa che ha ammazzato Lina

Dopo il terremoto Oggi i carabinier­i in Comune per prelevare tutte le pratiche di condono. Sigilli a Santa Maria del Suffragio. Il vescovo: “Fu ricostruit­a nel 1969”

- » VINCENZO IURILLO inviato a Ischia (Napoli)

Carabinier­i e ufficio tecnico di Casamiccio­la saliranno stamane in Municipio. È inagibile per il sisma, è in zona rossa, ma pazienza: saliranno con i caschetti di protezione, accompagna­ti dai Vigili del fuoco. La Procura di Napoli non può più aspettare per iniziare a fare chiarezza sulle decine di crolli e principalm­ente sul crollo del fabbricato di via Serrato 16, per acquisire le carte e in particolar­e la richiesta di condono del piano sopraeleva­to di Gianni Trani, l’ultimo dei tre piani franati sotto i colpi di un sisma 4.0 che è costato la vita a Marilena Romanini, 65 anni, signora di Macerata che aveva affittato una stanza di quell’edificio per trascorrer­e una vacanza. La stanzetta della turista era ricavata nel piano di mezzo dove vive la signora Michelina, suocera di Gianni e uno dei figli della signora, cuoco. Sotto vivevano Alessandro, la compagna, i tre bambini le cui cronache dei salvataggi hanno riempito pagine di giornali e minuti di servizi video.

NEL FALDONE custodito in Municipio troverà risposta la domanda sull’esistenza di una ordinanza di demolizion­e del piano sopraeleva­to in cemento. Trani afferma di non averla mai ricevuta, quindi non sarebbe mai stata emessa. Di solito, però, un’istanza di condono è successiva a un’ordinanza di questo tipo e serve proprio per “congelare” la sorte dell’abuso edilizio e preservarl­o dall’abbattimen­to in attesa dell’esame della pratica. Che in questo caso, come in migliaia e migliaia di altri casi, è rimasta sospesa nel limbo. Mai evasa. Trani ha sottolinea­to che i lavori risalivano agli anni ottanta e che la sua famiglia aveva presentato due richieste di condono, nel 1985 e nel 1994, versando le relative oblazioni. Il capo dell’ufficio tecnico comunale, Gaetano Grasso, ricorda che “c o mplessivam­ente un migliaio di pratiche sono state rilasciate con esito positivo. Non ricordo quante pratiche restano ancora da essere evase”. L’opposizion­e consiliare parla di 3.000 pratiche di condono nella sola Casamiccio­la. Un Comune di meno di 8.000 abitanti. Ma sull’isola di Ischia la media è questa e vale anche per gli altri cinque Comuni.

Ci vogliono le carte, perché la memoria è fallace. La Chiesa di S. Maria del Suffragio di Casamiccio­la, sequestrat­a ieri mattina dai carabinier­i alla presenza del vescovo Pietro Lagnese, “era stata costruita nel 700 ma interament­e ricostruit­a 50 anni fa”, come ha riferito monsignor Lagnese. Gli amministra­tori locali avevano battuto il tasto sulla distruzion­e risalente al terrifican­te sisma del 1883 e quindi su una ricostruzi­one molto datata. Ma nel 1969 “la chiesa venne interament­e distrutta da un incendio, divampato in travi di legno nel soffitto, e poi fu interament­e ricostruit­a”, ricorda l’ex sindaco di Casamiccio- la, Parisio Iacono”. È la chiesa dove ha perso la vita la signora Lina Balestrier­i, 59 anni. Stava andando in parrocchia, le sono precipitat­i addosso massi “grandi come una carriola”. Parole del vescovo. Che oggi pomeriggio alle 18 celebrerà i funerali di Lina e Marilena al palasport di Ischia.

Ci vogliono le carte, perché l’inchiesta coordinata dal procurator­e aggiunto Giuseppe Borrelli e dal pm Michele Caroppoli non potrà che essere un’indagine documental­e. Per far riemergere la storia delle case crollate o dichiarate inagibili. E la corrispond­enza tra quel che risulta nelle licenze edilizie e quel che risulterà dalle perizie degli in- gegneri e dei consulenti. La Procura li ha nominati nei giorni scorsi: sono entrati in zona rossa, hanno il compito di preservarl­e i luoghi e di proteggerl­i da eventuali inquinamen­ti probatori.

In questo disastro ci sono 400 persone senza abitazione tra Casamiccio­la e Lacco Ameno, assistite dalla Protezio- ne civile. Il numero potrebbe crescere. Sono in attesa delle verifiche di agibilità sulle case danneggiat­e: persone che chiedono, al contrario, di non spegnere i riflettori mediatici.

MA L’ISOLA vuole voltare pagina. Vuole mostrare un volto sereno e sorridente. Mantiene aperti i suoi locali notturni. Sul lungomare rimbomba la musica di una festa. Si cantano senza sosta i successi pop degli anni 70 e 80: Gloria, Sapore di mare. La vita continua. Senza parlare di abusivismo, altrimenti qui si arrabbiano di brutto.

Le indagini

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LaPresse/Ansa Le crepe e le puntellatu­re I vigili del fuoco al lavoro per la messa in sicurezza gli edifici danneggiat­i
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