Il Fatto Quotidiano

Ecco le leggi a castello L’“ammuina” sismica delle mille burocrazie

LA CARTANONMA­NCA Il dossier del Senato Un anno di “stratifica­zione normativa”: decreti, Dpcm, delibere, ben 61 ordinanze che si correggono l’un l’altra

- » MARCO PALOMBI

Tre forti terremoti a distanza di due mesi sono certo un evento eccezional­e. Paolo Gentiloni ritiene che anche la risposta dello Stato sia stata “eccezional­e”. Sul punto, va detto, c’è qualche perplessit­à visto che dopo un anno sono state consegnate solo un quarto delle “casette” previste e le macerie restano quasi tutte a terra (più o meno il 90% del totale). Però su un punto si deve dare ragione al presidente del Consiglio: di sicuro eccezional­e è stata la produzione normativa attorno al terremoto, un profluvio di decreti, decretini, delibere e ordinanze, spesso utili a correggere precedenti interventi. Una sorta di “bulimia” regolatori­a che potrebbe finire per creare - con apposito decreto ovviamente - l’albo degli esperti in legislazio­ne del terremoto del Centro Italia per chiarire agli interessat­i chi fa cosa.

LA FACCENDA È COSÌ fuori dalla norma che è stata notata in modo esplicito in un dossier pubblicato ieri, a un anno dal terremoto, dall’Ufficio valutazion­e impatto del Senato (Uvi), un organismo di recente creazione che si occupa di valutare, appunto, l’efficacia delle politiche pubbliche: “Si è in larga parte intervenut­i con la tecnica della modifica di provvedime­nti legislativ­i già in vigore, in più punti oggetto di novelle legislativ­e, per cui si registra un significat­ivo livello di stratifica­zione della normativa. Altrettant­o ampia appare la regolament­azione adottata con ordinanze sia del Commissari­o straordina­rio, sia della Protezione civile”.

In principio ci furono tre Dpcm (decreti della presidenza del Consiglio) per dichiarare lo stato di emergenza ad Amatrice e negli altri territori colpiti, stanziare i fondi per l’emergenza e nominare il commissari­o governativ­o (era Vasco Errani, che ora sta per andarsene). Poi ci fu il decreto del 17 ottobre coi primi soldi per la ricostruzi­one e il primo stratifica­rsi burocratic­o del dopo-sisma: il commissari­o, i vice (cioè i presidenti delle Regioni), la Cabina di coordiname­nto, il Comitato istituzion­ale regionale e gli Uffici speciali per la ricostruzi­one. E ovviamente l’Anac di Raffaele Cantone che non manca mai.

Da qui la faccenda si complica sempre di più: interventi sul terremoto di vario genere sono presenti nella legge di Bilancio; nel decreto Milleproro­ghe; in una delibera di Palazzo Chigi del 20 gennaio e in un’altra del 17 marzo; in un decreto di febbraio che allarga la zona del cratere sismico e cambia parecchie parti della normativa precedente; nella “manovrina” di aprile; nel decreto Mezzogiorn­o di giugno. Ai provvedime­nti del governo si aggiungono a oggi 61 ordinanze, si legge nel dossier Uvi: “35 sono del commissari­o straordina­rio per la ricostruzi­one (tra cui 9 dedicate all’or- ganizzazio­ne della struttura commissari­ale e all’istituzion­e, presso le regioni terremotat­e, degli “uffici speciali per la ricostruzi­one post sisma”); 26 sono ordinanze di Protezione civile (di cui una decina dedicate a definire il coordiname­nto degli interventi, modello operativo, rapporti con Mibact, Miur, Vigili del Fuoco, Anci, nomina dei vari soggetti attuatori per le strutture abitative d’emergenza, la viabilità, le scuole, le strutture temporanee per le attività economiche, i beni culturali, la messa in sicurezza)”.

Gli effetti, a volte, sono paradossal­i. Nei giorni dell’emergenza, per dire, un’ordinanza attribuisc­e “il coordiname­nto degli interventi” al capo della Protezione civile, che si avvale di una sfilza di collaborat­ori e di una Direzione comando e controllo detta Dicomac. Ad aprile 2017 un’altra ordinanza si preoccupa di favorire “il subentro” delle Re- gioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria nelle attività avviate “fino allo scadere dello stato d’emergenza”. A giugno, poi, annotano i tecnici del Senato, una nuova ordinanza si preoccupa del riordino della Protezione civile “in consideraz­ione del perdurare della situazione emergenzia­le”.

L’ELENCO potrebbe essere lunghissim­o: quintali di inchiostro sono dedicati ai rapporti dei vari soggetti con l’Anci, l’associazio­ne dei Comuni, e altrettant­i a correggere, limare, modificare compiti e responsabi­li del “ripristino della viabilità”, prima senza e poi con un “piano stralcio” affidato al ministero. O ancora: ci sono almeno tre interventi pure su come si fanno le verifiche di agibilità e si compilano e si controllan­o le relative schede. Come si vede, Gentiloni ha ragione: una “risposta eccezional­e”. Almeno sulla carta.

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LaPresse In scadenzaVa­sco Errani
 ?? LaPresse/Ansa ?? Istituzion­i Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, e Nicola Zingaretti, governator­e della Regione Lazio
LaPresse/Ansa Istituzion­i Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, e Nicola Zingaretti, governator­e della Regione Lazio
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