Tre terremoti, tre modelli di intervento 39 miliardi in totale e zero prevenzione
Centro Italia 13 miliardi fino al 2047
Non
tutti i terremotati sono uguali davanti alle casse dello Stato. Unico dato comune: per la prevenzione antisismica non c’è mai un centesimo. Sono queste le conclusioni che si traggono dal rapporto sulle risorse destinate a ricostruire il Paese dopo i terremoti di L’Aquila, Reggio-Emilia e Centro Italia presentato ieri, pochi giorni dopo il sisma di Ischia, dall’Ufficio valutazione impatto del Senato: tre terremoti, 3 approcci finanziari diversi.
A COMINCIARE dalle cifre: il Parlamento ha destinato finora al terremoto a L’Aquila del 2009 circa 17,5 miliardi di euro. Altri 8,171 miliardi agli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia e le zone limitrofe nel 2012. Circa 13,163 miliardi sono stati stanziati per Amatrice e gli altri 139 comuni del cratere. L’85% delle risorse stanziate dopo i tre terremoti è destinato alla ricostruzione, l’8% alle attività produttive (ma con significative variazioni da una zona all’al- tra), il 4% alle pubbliche amministrazioni e3% a fronteggiare le emergenze. L’erogazione prevede un arco temporale che va dal 2009 fino al 2047. Il primo decreto per fronteggiare le necessità più urgenti nel Centro Italia ha appostato risorse per circa 1,5 miliardi con una proiezione fino al 2021. Le principali voci sono 200 milioni per le prime necessità, 300 per il sostegno al reddito dei lavoratori rimasti senza lavoro e 640 milioni per la “sospensione” dei versamenti tributari e contributivi.
CON LA LEGGEdi Bilancio 2017 sono stati stanziati altri 6,1 miliardi dal 2017 al 2047, ma solo per la concessione del credito d’imposta su finanziamenti agevolati per gli edifici privati. Un miliardo di euro andrà alla ricostruzione pubblica.
Il sisma del 2012 in Emilia ha at- tirato un miliardo di contributi diretti l’anno fino al 2014. Nei periodi successivi lo stanziamento si attesta intorno ai 500 milioni l’anno per stabilizzarsi intorno ai 430 milioni di euro fino al 2025.
Il terremoto dell’Aquila ha mobilitato il maggior volume di fondi diretti in breve tempo. Il decreto 28 aprile del 2009 ha stanziato 10,1 miliardi di euro. Quasi 4 miliardi a valere sui fondi per il sostegno allo sviluppo (Fas) e 408 milioni attingendo al Fondo strategico per il Paese. Altri 670 di euro sono arrivati come contributo aggiuntivo, 700 milioni per la realizzazione di moduli abitativi, 3,2 miliardi per il ripristino delle prime case. Circa 200 milioni sono stati postati per il ripristino della rete viaria e 100 per quella ferroviaria.