Aiello, polemiche sulla cremazione
Ieri a Montauro i funerali dell’ex agente “Faccia di mostro”
Nessun
cenno alle sue vicissitudini giudiziarie. Solo un breve ricordo del suo avvocato che lo ha definito un “uomo mite che non ha mai avuto una parola sopra le righe nei confronti di nessuno”. C’era tutta Montauro nella chiesa di San Pantaleone, in provincia di Catanzaro, dove si è celebrato il funerale di Giovanni Aiello, il poliziotto conosciuto con il soprannome di “Faccia di mostro”, legato ai servizi segreti e sospettato di aver avuto un ruolo nelle stragi di Capaci e via D’Amelio. Morto lunedì mattina sulla spiaggia di Montauro, al momento per cause na- turali, con lui se ne vanno i segreti di una delle più controverse stagioni del Paese. Più volte indagato, nelle settimane scorse i pm di Reggio Calabria lo avevano perquisito nell’a mb it o dell’inchiesta “‘Ndrangheta stragista” che ha fatto luce sugli attentati ai carabinieri uccisi a Scilla nel gennaio 1994.
NEL FASCICOLO del processo anche i verbali del collaboratore Giuseppe Calabrò che, prima di quegli attentati, lo avrebbe conosciuto a casa del boss defunto Domenico Logiudice. Prima del funerale, il corpo del poliziotto in pensione è stato sottoposto ad autopsia. La Procura di Catanzaro ha accolto la richiesta cremare la salma avanzata dalla famiglia. Non subito però. La cremazione avverrà solo dopo il risultato degli esami di laboratorio.
Sul punto il deputato del Pd Davide Mattiello si è detto “s con ce rta to ”. “Cremare il corpo – ha affermato Mattiello – significa impedire qualunque altro approfondimento. C'è da trovare un equilibrio tra il rispetto dovuto a un uomo che muore e alla sua famiglia e il bisogno di verità dei familiari delle vittime in qualche modo legate alla storia di Aiello, che poi è il bisogno medesimo che ha lo Stato”.