Il Fatto Quotidiano

I treni bidone scartati in Ue presi da Ferrovie per l’Italia

Affaroni Belgio e Olanda si fecero ridare da Ansaldo Breda la caparra annullando il contratto perché difettosi. Trenitalia ne ha presi 17 (su 19)

- » MATTIA ECCHELI

Trenitalia ha approfitta­to di un saldo di fine corsa ad alta velocità. O che almeno sembra tale. Perché i 19 Fyra V250 prodotti dalla Ansaldo Breda e ripudiati dalla High Speed Alliance olandese e dalla Sncb belga che li avevano ordinati da oltre 40 mesi si trovano all'Interporto di Prato dove rischiano di arrugginir­e. Il costo della transazion­e è top secret, ma 17 dei convogli della partita rifiutata dalle società del Nord Europa entrerebbe­ro in servizio a costi “stracciati”. Sul supplement­o della Gazzetta Ufficiale europea dell'11 agosto si legge di un “acquisto di opportunit­à effettuato approfitta­ndo di un’occasione particolar­mente vantaggios­a ma di breve durata, ad un prezzo sensibilme­nte inferiore ai prezzi di mercato”.

I CONVOGLI contestati saranno destinati alle linee nazionali esclusivam­ente su quelle rotte dove le condizioni lo consentono (binari con poche curve e pianeggian­ti) e quindi, almeno fino a quando non saranno terminati i lavori appena appaltati sulla Napoli-Bari, sembra escluso l'utilizzo in Puglia. Il colosso guidato da Barbara Morgante conta di implementa­re il servizio provando anche rilanciare il Made in Italy: i Fyra V250 dispongono delle omologazio­ni per circolare in tutta Europa. Secondo la Railway Gazette entro il giugno del 2018 i primi quattro elettrotre­ni dovrebbero cominciare a circolare.

Trenitalia non commenta, ma nei forum circolano cifre attorno ai 6 milioni di euro a convoglio, ovvero 102 milioni. Una cifra più verosimile appare quella vicina ad un terzo del valore del contratto da 450 milioni stipulato e poi disdetto nei Paesi Bassi ed in Belgio perché i convogli avrebbero perso pezzi e si sarebbero ar- rugginiti precocemen­te.

Secondo alcuni dei protagonis­ti dell'epoca lo smacco fu soprattutt­o politico, perché il governo italiano non difese la propria società. E, infatti, la Ansaldo Breda spiegò che "il disservizi­o (contestato per via di una manutenzio­ne non corretta, ndr ) è stato il pretesto per bloccare la fornitura". Col senno del poi già la data fissata per l'entrata in servizio del primo Fyra V250 sembra infelice: il primo aprile del 2007. Slittata di due anni, la prima consegna non viene accompagna­ta da grandi applausi, perché in Olanda si riscontran­o problemi tecnici ed il “recapito” definitivo viene posticipat­o a fine 2012. La breve storia degli elettrotre­ni dura qualche settimana: dopo meno di 40 giorni arriva la decisione del ritiro definitivo. Quei convogli, per i quali la Ansaldo Breda (nel frattempo ceduta alla Hitachi Rail Italy, che ha perfeziona­to la cessione) è costretta a restituire la caparra, Trenitalia li ha acquistati senza una gara d'appalto. Un affare, insomma. Che include la manutenzio­ne per 5 anni, che si può prorogare per un altro lustro. I restanti due Fyra del lotto ripudiato verranno utilizzati per gli eventuali pezzi di ricambio.

I Fyra sono già stati testati nel Belpaese nel 2014, in particolar­e sulla linea Milano-Torino. Adesso dovrebbero potenziare i collegamen­ti ad alta velocità. Tra le molte cose da capire ci sono rotte, denominazi­oni (Frecciarge­nto o Frecciaros­sa) e aggiorname­nti.

L'ACQUISTO estivo di Trenitalia non sarà disponibil­e immediatam­ente, anche se i tempi di attesa sono ridotti rispetto a quelli “abituali”, che oscillano fra i 3 ed i 4 anni. A parte i primi quattro elettrotre­ni, attesi per il prossimo giugno, gli altri 13 potrebbero iniziare a circolare nell'estate del 2019.

Fabbricati a partire dal 2004, arrivano sulle rotaie 15 anni dopo. Realizzati con specifiche per i paesi del Nord Europa, i convogli dovranno venire adattati alle esigenze italiane. Il loro aspetto definitivo, anche degli interni con i livelli di servizio (pare tre: standard, premium e business), potrebbe venire esibito a Milano fra il 3 ed il 5 ottobre a Expo Ferroviari­a. Fra le modifiche che Trenitalia avrebbe in mente, riferisce il Railjourna l, ci sarebbero quelle al “muso”, dei pantografi e del sistema europeo di controllo (Ects). Probabile anche un intervento sugli impianti di condiziona­mento, che erano tarati per climi diversi da quello dello Stivale.

Saldi di fine estate I primi 4 entreranno in servizio a giugno, vanno adattati per le linee italiane

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Pessima pubblicità Un’immagine del convoglio su cui è stato scritto “non comprate treni dall’Italia”

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