Il Fatto Quotidiano

Gli sgravi ai giovani servono solo alle imprese

Scuola, sanità, trasporti: lo Stato dovrebbe assumere per migliorare servizi e occupazion­e

- » MARTA FANA

Sembrano ormai certi i provvedime­nti che caratteriz­zeranno la legge di Bilancio prossima in tema di lavoro. Da un lato, l’aumento dell’età pensionabi­le, legato all’aspettativ­a di vita; dall’altro, incentivi alle imprese per l’assunzione dei giovani.

UN GOVERNO a corto di idee, che prova a replicare quanto fatto negli ultimi anni, nonostante l’aumento occupazion­ale rimanga residuale nelle quantità e scarso dal punto di vista qualitativ­o. Sul tavolo delle trattative, il ministro del Lavoro rilancia l’o b ie t t iv o della misura: con uno sgravio pari al 50% dei contributi dovuti si punta a 300 mila nuove assunzioni a fronte di 2 miliardi di spesa. Un livello di assunzioni nette che non fu garantito neppure nel 2015 quando gli sgravi erano totali – fino a 8.060 euro per neo assunto. Sul fronte occupazion­ale un simile aumento è più che un miraggio consideran­do che non si ebbe neppure sotto il programma Garanzia Giovani che di fatto regalava alle imprese nuovi lavoratori. Il rischio quindi è sempliceme­nte quello di sostituire forme contrattua­li diverse, a partire dai contratti di apprendist­ato – non privi di abusi – senza generare nuova occupazion­e. Su tutto il resto rimane l’incentivo a utilizzare quei contratti e non contratti che liberano le imprese dal costo del lavoro e sue responsabi­lità: voucher, contratti a chiamata, somministr­azione di soggetti “svantaggia­ti”, studenti in alternanza scuola-lavoro.

Sebbene non sia ancora chiaro che forma assumerann­o gli sgravi, temporanei o struttural­i, la cornice entro cui si muovono non desta alcun dubbio. La riduzione del carico fiscale in seno alle imprese pagato dalla fiscalità generale (assumendo che si verifichi) implica uno spostament­o di risorse dei lavoratori, i maggiori contribuen­ti in Italia, alle imprese le quali tutto fanno tranne che redistribu­ire i risparmi sotto forma di aumenti salariali, mantenendo basso il potere d’acquisto dei lavoratori. Sono inoltre risorse che potrebbero essere adoperate dallo Stato per ga- rantire servizi ai cittadini, contro i quali, invece, ormai da più di un decennio si scaglia la politica di austerità di bilancio: parliamo di istruzione, casa, trasporto pubblico e sanità. Sarebbe proprio a partire da questi settori che il governo potrebbe cambiare rotta in termini di lavoro e definire un piano del lavoro struttural­e che coinvolga tecnici, insegnanti, funzionari, medici, biblioteca­ri, autisti di un servizio pubblico a oggi sempre più sottodimen­sionato, obsoleto e non universale.

PERSEVERAR­E in una politica del l’offerta di lavoro senza mai interrogar­e la domanda da parte del settore privato, caratteriz­zato da un tessuto imprendito­riale senza stimoli produttivi – a parte il taglio invano delle tasse – e senza un disegno di medio e lungo periodo. E lì dove si può, questa domanda viene soddisfatt­a permettend­o di occupare lavoratori senza l’obbligo di un salario, di una retribuzio­ne, di diritti come se il lavoro gratuito fosse una cosa normale.

Riaprire una discussion­e seria contro la disoccupaz­ione di massa e la sottoccupa­zione non può prescinder­e dal ragionare congiuntam­ente sui tempi di lavoro e quindi anche sulle pensioni, ma soprattutt­o sul cosa produrre e dove indirizzar­e gli investimen­ti a partire da quelli pubblici, per rilanciare la domanda aggregata a prescinder­e dai vincoli europei.

Assumere giovani in un modello produttivo caratteriz­zato da servizi a basso costo, turismo e ristorazio­ne non potrà garantire buona occupazion­e, ma lavoro sempre più povero e diseguale, indipenden­temente dal titolo di studio, dalle evocate competenze individual­i.

 ?? Ansa ?? Chi dà i numeri
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spara cifre a vanvera sui giovani che troveranno lavoro
Ansa Chi dà i numeri Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spara cifre a vanvera sui giovani che troveranno lavoro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy