Il Fatto Quotidiano

Profughi: niente stanze a Portofino, a Roma invece...

- MADDALENA

CARO FURIO COLOMBO, risulta che, dopo Capalbio e dopo Codigoro (dove la sindaca ti aumenta le tasse se ospiti profughi, che ovviamente sono anche terroristi) non c’è proprio modo di ospitare i salvati dal mare (che oltretutto sono sempre meno) perché non si trova una stanza libera. Non ti sembra una storia sospetta, una fake news locale? CI SONO CERTAMENTE ASPETTI di “fake news”. Certamente lo è la storia di Capalbio, che ormai circolerà per sempre del tutto alterata. Quella di Codigoro è firmata da una sindaca Pd che considera un pregio (da tradurre in voti) la sua fermezza, ispirata, credo, dal fermissimo ministro degli Interni. Hapromosso tasse punitive a chi offrirà una casa. Portofino invece mi sembra una continua presa in giro a danno dei prefetti che hanno l’incarico, ma non l’autorità di imporsi sui politici eletti. Purtroppo questi prefetti (e naturalmen­te non parlo di casi particolar­i, parlo del Viminale) sembrano non informati sull’Italia vuota, ovvero le città grandi e piccole, tutte con almeno una ex caserma, ex seminario, ex scuola, ex fabbrica, ex ospedale vuoti da anni (ma non da secoli) e dunque agibili, se censiti e rimessi in ordine (bagni, cucine, servizi essenziali) in tempo. Su questo giornale ho scritto già tre volte di edifici vuoti e disponibil­i nel centro di Roma, abbandonat­i da poco tempo e dunque ancora salvabili. Il Fatto Quotidiano non sarà il Wall Street Journal ma qualcuno lo avrà certo inserito nella rassegna stampa dei ministri e burocrati competenti. Ma nessuno si è fatto vivo. Mi riferivo, per esempio, all’edificio dell’Ospedale San Giacomo (via Canova, tra via Ripetta e via del Corso, centro storico di Roma) grande come un intero isolato urbano. È stato svuotato, per ragioni mai comunicate ai cittadini, dall’allora governator­e Marrazzo (Pd) poco dopo averlo rifornito delle più moderne e costose attrezzatu­re mediche, e tenuto sprangato e vuoto ormai da anni, dalla antagonist­a di Marrazzo, Polverini (Pdl) e poi da Zingaretti (Pd). In questo momento, a Roma, circa mille persone (incluse famiglie, bambini) eritrei ed etiopici a cui è stato riconosciu­to il diritto di restare legalmente in Italia, hanno dormito per notti nelle poche zone di verde vicino alla stazione Termini, a Roma, perché, su ordine prefettizi­o incomprens­ibile, e persuasi da adeguate forze di polizia, sono stati costretti a lasciare un edificio pubblico (proprietà dello Stato), che avevano occupato da anni (era vuoto), rimesso in ordine e mantenuto con cura, dove non creavano alcun problema per nessuno. Come se non bastasse, hanno provveduto a cacciarli con gli idranti anche dai parchi. Non c’è stata spiegazion­e del perché di simili, violente decisioni. Lo Stato, che ha il dovere di dare casa alle mille persone, le caccia – all’alba e drammatica­mente – da un edificio dello Stato e le lascia per strada, fingendo, per giunta, di non sapere che ha altri edifici vuoti immediatam­ente disponibil­i. Bene, questi edifici ci sono, forse sono ancora in grado di essere subito casa, prima che il passare degli anni divori vecchimaef­ficienti palazzi abbandonat­i, mentre tutti gridano che, in questo Paese senza figli, “siamo in troppi” e “non possiamo prenderli tutti”. Se qualche politico o burocrate risponderà, avrà (da me e da molti altri cittadini) un utile indirizzar­io di edifici vuoti. Anche per dimostrare alla sindaca di Codigoro che questa Shoah non si compirà nel silenzio, come l’altra.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

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