Il Fatto Quotidiano

Lo Stato punisca chi lucra sull’immigrazio­ne clandestin­a

- MARIO PULIMANTI

La povertà crescente e la mancanza di prospettiv­e spingono migliaia di persone a fuggire dalle proprie terre d’origine per rifarsi una vita altrove.

Di fatto i clandestin­i provenient­i d al l ’ Africa arrivano in Italia su barconi malandati, ammassati in modo disumano e in condizioni igieniche proibitive, lasciando le loro case nella speranza di trovare un lavoro ed una vita migliore, ma quasi sempre la realtà è diversa. Giunti sulle coste italiane sono ospitati in centri di prima accoglienz­a e poi rimandati nel Paese di provenienz­a, in quanto privi di ogni permesso di soggiorno e documento, coloro che invece riescono ad eludere i controlli hanno comunque poche possibilit­à di trovare un lavoro onesto e rischiano di andare ad infoltire la schiera dei disperati che vivono di piccoli espedienti nelle grandi città. L’incentivo agli sbarchi è inoltre determinat­o dalla cronica assenza dell’Europa, che considera il tema dell’immigrazio­ne clandestin­a più un problema italiano che un’emergenza europea.

Sarà difficile risolvere il problema dell’immigrazio­ne, fino a quando questo argomento verrà trattato come una questione di ordine pubblico o di accoglienz­a, dato che i crescenti flussi migratori si posso- no gestire con fermezza, lungimiran­za e risorse economiche e non con un generalizz­ato solidarism­o o un semplice pugno di ferro. È compito dello Stato mettere fine al giro degli affari illegali collegati all’immigrazio­ne clandestin­a che ogni anno garantisce alle organizzaz­ioni criminali un fatturato di milioni di euro.

In ogni caso è indispensa­bile sensibiliz­zare l’opinione pubblica internazio­nale sul problema e fare in modo di eliminare le cause dell’immigrazio­ne clandestin­a.

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