Russiagate bracca Trump e il marine sfila a Kiev
Si allarga l’indagine sulle relazioni preelettorali con Mosca. Il Pentagono pensa alle forniture d’armi
Il Russiagate riaffiora negli Stati Uniti, mentre l’Amministrazione americana, militarmente impantanata in Afghanistan, si fa pure prendere nella pania delle beghe ucraine. A Kiev, dove il capo del Pentagono Mattis assiste alle celebrazioni del 26° anniversario dell’indipendenza ucraina, un’esplosione di poca potenza, tra la sede del governo e lo stadio della Dinamo, causa tre feriti: due donne – una grave – e un uomo.
A Washington, le commissioni del Congresso che indagano sul Russiagate s’imbattono in una mail di uno dei massimi responsabili della campagna elettorale di Donald Trump, che parla del tentativo d’organizzare un incontro tra l’allora candidato e il presidente russo Vladimir Putin. Una persona, non identificata, chiamata in codice WV , forse un riferimento alla West Virginia, cercava un canale con il Cremlino.
L’email viene da Rick Dearborn, già consigliere di Trump in campagna, ora vice del generale Kelly. Dearborn, che è stato capo di gabinetto di Jeff Sessions, Segretario alla Giustizia di Trump, nell’aprile 2016 contribuì a organizzare l’evento al Mayflower Hotel di Washington dove Trump tenne il suo primo discorso di politica estera, presente fra gli altri l'allora ambasciatore di Mosca negli Usa, Serghiei Kislyak, tra i protagonisti del Russiagate.
I rapporti con il capo del Cremlino
L’email alimenta sospetti e supposizioni sui rapporti tra uomini di Trump ed emissari di Putin. Nell’estate 2016, il manager della campagna, Paul Manafort, fu avvicendato, dopo che s’era saputo che aveva fatto il lobbista per gli ucraini filorussi.
Tentativi più o meno maldestri di avvicinare esponenti russi sono già emersi nelle indagini, partire dall’incontro con un’avvocatessa russa che doveva dare informazioni deleterie per Hillary Clinton: invitata da Donald Trump jr, il figlio maggiore del magnate, la donna fu ricevuta alla Trump Tower dai vertici della campagna presidenziale – incluso il ‘primo g en er o’ Jared Kushner –. Dell’incontro Trump non avrebbe saputo nulla.
A tutta Ucraina zero Russia
A sette mesi dall’i ns e d i amento alla Casa Bianca, il mondo di Trump è alla rovescia. Se i rapporti con Putin sono freddi, quelli con il presidente ucraino Petro Poroshenko sono esibiti in modo provocatorio per Mosca.
In una Kiev blindata da 7.000 agenti di sicurezza, 4.500 soldati sfilano con le loro armi: ci sono – è la prima volta – anche 230 militari di Paesi Nato - Usa, Polonia, i Baltici, Montenegro, Turchia. La Tass nota che il ministro della Difesa ucraino Spetan Poltorak apre la parata su un Hummer Usa, invece che su un Gaz Chaika russo. L'Ucraina punta alla piena integrazione nella Nato e nell'Ue, dice Poroshenko: “Oltre 10 mila vite ucraine pesano sulla coscienza dell'aggressore ( russo, ndr)”. Mattis ammette che Washington sta analizzando la possibilità di fornire armi di difesa letali, specie anticarro e antiaeree, alle forze ucraine impegnate nel Donbass contro i separatisti filo-russi. “Le armi difensive possono provocare solo un aggressore”, afferma il capo del Pentagono.
Invece, l'Amministrazione Obama aveva sempre sostenuto che vendere armi a Kiev rischiava d’innescare la reazione di Mosca. “Nonostante le smentite della Russia, sappiamo che sta cercando di ridisegnare con la forza i confini internazionali”.
La visita di Mattis è la prima di un segretario alla Difesa Usa in Ucraina dopo quella di Robert Gates nel 2017. La richiesta di armi è stata ribadita dal ministro della Difesa ucraino Poltorak, mentre Poroshenko insisteva sull'importanza di rafforzare l'esercito. Le truppe ucraine sono impegnate dal 2014 nel conflitto nel Donbass con i separatisti filorussi, che Mosca sostiene economicamente e militarmente.
L’email galeotta
Nel carteggio di un consigliere il tentativo di incontrare il capo del Cremlino