Il Fatto Quotidiano

En RetroMarch­e! Autosmenti­ta di Macron pure su tasse e salari

Ripensamen­ti Uno dopo l’altro cadono i pilastri delle promesse elettorali. Rinviati i sostegni al potere d’acquisto

- » LUANA DE MICCO

Erano le due principali promesse in campagna elettorale di Emmanuel Macron che avevano dato un po’d’allegria ai francesi dopo le delusioni del governo socialista di Hollande.

Il giovane candidato progressis­ta all’Eliseo aveva infatti garantito di aumentare il potere d’acquisto alle famiglie sin dal primo gennaio 2018. I lavoratori lo avrebbero potuto constatare direttamen­te in busta paga, grazie alla soppressio­ne dei contributi a carico del datore di lavoro (per l’assistenza sanitaria e i sussidi di disoccupaz­ione) che incidono molto sul netto degli stipendi. Non un reale aumento di stipendio, ma una boccata d’aria fresca comunque.

C’era poi l’altra promessa, di sopprimere sin dal gennaio 2018 la tassa sull’abitazione, un’imposta sulla casa che si applica a tutti, sia se si vive in affitto che se si è proprietar­i. Una bella prospettiv­a insomma per far progetti in vista del nuovo anno.

INVECE, rientrando dalle vacanze i francesi hanno scoperto con una certa delusione che le misure promesse saranno scaglionat­e e che quindi per goderne al cento per cento dovranno pazientare ancora.

La retromarci­a (almeno parziale) su queste popolari promesse si deve probabilme­nte al rompicapo del bilancio 2018, poiché la Francia deve poter conciliare anche gli impegni presi con l’Europa di riportare il deficit pubblico al di sotto del 3% del PIB.

Mentre Macron è in viaggio in Europa per difendere la riforma della direttiva sui lavoratori distaccati (altra promessa di campagna elettorale) e contro il “dumping sociale che rischia di smantellar­e l’Unione”, è spettato al premier Edouard Philippe, fare il punto sulle prossime misure del governo, in un’intervista tra l’altro piena di esitazioni e imprecisio­ni data ieri a BFM Tv.

Se la soppressio­ne dei contributi salariali si farà, la misura si attuerà però in due tempi. Una parte sarà effettiva dal primo gennaio, per l’altra bisognerà aspettare l’autunno.

“Sarà un aumento considerev­ole del potere d’acquisto”, ha osservato Philippe. Secondo i calcoli della stampa francese, un lavoratore pagato al minimo salariale (poco più di mille euro netti Suo

malgrado, Rastatt è diventata l’imbuto ferroviari­o d’Europa e un altro dei simboli della Germania non troppo perfetta. Nemmeno dal punto di vista tecnico. È una cittadina da quasi 50 mila abitanti del Baden Württenber­g al confine con la Francia. Dal 12 agosto, quando ha ceduto il terreno sul quale sono posati i binari comportand­o problemi per alcune abitazioni che si trovano nelle vicinanza tanto che alcuni abitanti sono stati “sgomberati” d alloggiati altrove, la circolazio­ne è sospesa.

La Deutsche Bahn lavorava alla realizzazi­one di un tunnel per il transito dei treni esattament­e sotto la tratta comunitari­a Genova-Rotterdam, la principale rotta tra il nord ed il sud al mese) troverà 7,4 euro in più in busta paga.

ANCHE la soppressio­ne della tassa sull’abitazione per l’80% dei francesi era stata annunciata come una misura per rimpolpare il portafogli. Macron si era messo tra l’altro contro i sindaci di tutta la Francia annunciand­o questa misura senza precedenti che avrebbe privato le collettivi­tà locali di otto-dieci miliardi di euro di introiti fiscali ogni anno. del Continente.

L’operazione, presentata dal colosso interament­e a controllo pubblico, è stata pesantemen­te criticata da Winfried Hermann, ministro dei trasporti del Land, che ha parlato di “un grave errore”:“Se noi ristruttur­iamo la A5 – ha commentato –

“È una tassa sbagliata e ingiusta che risale agli anni 70”, ha detto Philippe. Per ora, in ogni caso, diversamen­te da quanto promesso, non sarà soppressa. Dal primo gennaio verrà solo tagliata del 30%. I vantaggi per i francesi saranno relativi dal momento che il governo ha annunciato nello stesso tempo anche il taglio di alcuni sussidi statali ( come quelli sull’affitto che spettano alle fasce più basse) nonc h é l ’ a umento di altre tasse. Per il deputato “i ndo mit o” della France Insoumise,

Éric Coquerel, il risultato “è una fregatura da tutti i punti di vista”.

Stando ai sondaggi, il 36% dei francesi è già deluso de ll’azione del neo presidente e si può immaginare che questi nuovi annunci creeranno nuove insoddisfa­zioni. Le retromarce del governo sono invece una manna per le opposizion­i che ne approfitta­no per rilevare le incompeten­ze del governo.

Né è la prima volta che

In difficoltà

Ai sondaggi, il 36% dei francesi è già deluso dal nuovo capo dell’Eliseo

non interverre­mo anche sulla B3, che è parallela”, e che potrebbe fungere da percorso alternativ­o.

MA L’AMBIZIOSO progetto della DB, che prevede di quadruplic­are la rete nella valle del Reno, era proprio quello di dimostrare come si Macron fa marcia indietro sulle promesse date. È già successo anche su una riforma centrale come quella della “moralizzaz­ione della vita pubblica”, voluta dopo il Penelopega­te che aveva coinvolto l’ex primo ministro François Fillon durante la campagna elettorale. La maggioranz­a non è riuscita a far votare l’obbligo della fedina penale pulita per deputati e senatori, una condizione essenziale che era stata promessa, anch’essa, dal candidato Macron, e che poi è sparita dal testo di legge adottato a fine luglio.

Una retromarci­a che per ora pochi gli hanno rimprovera­to è quella sulla creazione di uno “statuto” di première dame, che Macron avrebbe voluto inserire nella Costituzio­ne. L’opposizion­e dei francesi lo ha convinto a ripiegare per una “carta” senza valore giuridico, per giunta “p e r s on a l i zz a t a”, e cioè valida solo per la moglie Brigitte.

Le buste paga aumenteran­no dal 2018, grazie alla soppressio­ne dei contributi a carico del datore di lavoro Proprietar­i e affittuari non dovranno più pagare la tassa sull’abitazione a partire dal prossimo I gennaio

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Ansa Ottovolant­e mediatico Emmanuel Macron in campagna elettorale e la moglie Brigitte
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Il ministro dei Trasporti del Baden-Wuttenberg Winfried Hermann, e l’ad di Deutsche Bahn Ruediger Grube
Ansa Faccia-afaccia Il ministro dei Trasporti del Baden-Wuttenberg Winfried Hermann, e l’ad di Deutsche Bahn Ruediger Grube
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