Ora Rotondi va a caccia di donne per fare la “Rivoluzione cristiana”
Il partitino dell’ex ministro vuole solo dirigenti “rosa”
La
caccia è aperta anche sul web. Se appartenete al gentil sesso in questi giorni vi potrebbe arrivare, come è già capitato, una mail del coordinatore di Rivoluzione cristiana, il movimento che vuole essere l’erede morale e politico dell’indimenticata Dc, che vi offre un posto da segretaria regionale, provinciale o comunale. Il partitino ha deciso di tingersi di rosa per espresso motu proprio del fondatore Gianfranco Rotondi. Anzi ai vertici dovrà diventare proprio tutta rosa, al punto che gli uomini che si sono finora spartiti quei pochi strapuntini che Forza Italia riesce ancora a mettere a disposizione della microscopica aggregazione nostalgica di Andreotti e Fanfani, si sono preoccupati.
MA ROTONDI, intuito il pericolo, ha cercato subito di non scatenare la competizione tra i sessi: “Non devono sorgere divisioni tra gli uomini perché il loro ruolo sarà di altrettanta evidenza anche se per la prima volta si dovrà parlare di quote azzurre invece di quote rosa”. Il navigato segretario politico, consapevole anche delle possibili ripercussioni all’esterno del movimento, tende a rassicurare l’elettorato: “Non lo facciamo per assecondare una tendenza, ma per richiamare le radici della Repubblica: furono le donne cattoliche nel ’48 a salvare la democrazia.”
Insomma, l’intento è nobile, mica si vuole scimmiottare il presidente Berlusconi che come sponsor della presenza femminile in politica è pressoché inarrivabile. Anche se all’ex Cavaliere è stato comunque affidato il placet definitivo sulle prescelte.
“La nuova Rivoluzione cri- stiana al femminile, venti segretarie regionali, cento segretarie provinciali e cento segretarie cittadine – annuncia Rotondi – sarà presto ricevuta dal presidente Berlusconi che la presenterà alla stampa”. L’incarico di predisporre una proposta di assetto del partito interamente al femminile e di selezionare le candidate, è stato affidato al coordinatore na- zionale, Giampiero Catone, che in quanto a curriculum politico non ha niente da invidiare ai migliori cacciatori di teste del settore. Dottore commercialista, docente universitario, giornalista, direttore del quotidiano la Discussione, commendatore dell’ Ordine di San Gregorio Magno e cavaliere del Santo Sepolcro, l’ex deputato del Pdl aveva già all’attivo a Montecitorio quattro cambi di casacca quando il presidente del Consiglio Berlusconi lo nomina nel 2011 sottosegretario all’Ambiente.
Poi nel 2012 la mazzata giudiziaria con la condanna a otto anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e bancarotta fraudolenta pluriaggravata.
I REATI, risalenti al 2001, cadranno in prescrizione nel 2013. Quante donne post-Dc, ansiose di prendere in mano le sorti del movimento stiano rispondendo all’appello di Rotondi e alle mail di Catone ancora non si sa. L’anno scorso ci avevano già provato arruolando onorevoli- blogger per fare un parlamento virtuale, rapidamente defunto per inattività e diffide.