Il Fatto Quotidiano

Accordo impossibil­e sugli occupanti Flop l’incontro tra Raggi e Prefettura

- » ANDREA MANAGÒ

Dieci giorni dopo lo sgombero del palazzo di via Curtatone, che di fatto ha riacceso i riflettori sull’emergenza abitativa nella Capitale, è ancora stallo sul ricollocam­ento degli ex occupanti dello stabile. Istituzion­i e movimenti di lotta per la casa, ognuno con i suoi distinguo, restano fermi sulle reciproche posizioni e a poco è valso il vertice di ieri in Prefettura tra le parti. Per ora il presidio degli ex occupanti a piazza Madonna di Loreto, ai piedi del Campidogli­o, rimane attivo.

AL TERMINE della riunione, il Campidogli­o ha ribadito “la disponibil­ità a farsi carico, nell’i mmediato, delle persone in situazioni di maggiore difficoltà”, come mamme con bambini, donne in gravidanza, anziani e disabili tramite “misure assistenzi­ali già esistenti, più volte offerte e già rifiutate”. La sindaca Virginia Raggi è netta: “Dobbiamo dare la priorità alle persone che attendono casa da decenni e a quelle fragili, non bisogna scatenare una guerra tra poveri”. E ancora: “Questa soluzione è stata proposta ripetutame­nte, e continuerà a essere ancora proposta dal Comune alle persone che sono attualment­e in strada”. Ma i movimenti, che l’hanno contestata al suo rientro a Palazzo Senatorio, ribattono tramite un portavoce: “È una proposta inaccettab­ile, manca un percorso chiaro per l’assegnazio­ne della casa popolare sia per chi è stato sgomberato da via Curtatone ma anche per chi ha perso il lavoro e soprattutt­o per quelli che hanno trovato delle soluzioni che l’amministra­zione definisce illegali”. Ovvero gli occupanti.

Sta in questo passaggio il nodo del contendere che paralizza la discussion­e e, per ora, ostacola una soluzione nel breve termine per trovare un alloggio agli ex inquilini di via Curtatone. Sul piatto non c’è solo l’individuaz­ione di strutture temporanee per dare loro un tetto: la partita riguarda l’intera emergenza abitativa. A Roma ci sono circa 100 stabili occupati da 5 mila fami- glie, mentre altre 10.100 famiglie sono in lista d’attesa per ottenere una casa popolare. I movimenti per il diritto all’abitare appaiono decisi a trasformar­e la vicenda di via Curtatone in un momento di confronto più ampio sull’assegnazio­ne delle case popolari, anche a chi occupa. Il Campidogli­o però ha sposato una linea legalitari­a, che non prevede l’ingresso degli occupanti nelle graduatori­e per un alloggio comunale. Visti i loro redditi, spesso bassi, gli occupanti si troverebbe­ro infatti a scavalcare chi è in lista d’attesa da molti anni. Una ipotesi potenzialm­ente in grado di

L’emergenza

Il vertice ieri tra Comune, Regione e associazio­ni: ognuno è restato sulle proprie posizioni

innescare un cortocircu­ito.

Così sul piatto restano i 160 milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio nel 2014 in favore dell’emergenza abitativa nella Capitale. Dopo tre bandi dell’Ater andati a vuoto per reperire immobili da destinare sia a chi è nella graduatori­a 2000-2012 sia agli occupanti, a fine maggio scorso la Regione ha dirottato una prima parte dei fondi, 40,5 milioni, direttamen­te al Campidogli­o.

Il confronto tra le due istituzion­i ieri ha portato il Campidogli­o a chiarire che “saranno rivisti i criteri di utilizza- zione dei 40 milioni di euro messi a disposizio­ne dalla Regione, di cui 10 milioni destinati alla riqualific­azione del complesso dell’Ipab San Michele”. Questi fondi, spiega il Comune “dovranno prioritari­amente essere destinati ai soggetti in graduatori­a per l’assegnazio­ne di un alloggio popolare e ai nuclei familiari in condizioni di fragilità sociale”.

NIENTE SPAZIO, dunque, per gli occupanti. Per loro si attende che l’i nt er lo cu zi on e con il Viminale porti a chiarire entro fine ottobre quanti immobili sequestrat­i alla criminalit­à organizzat­a potranno essere riconverti­ti ai fini d el l’emergenza abitativa. Tempi lunghi, insomma, non è una novità per chi attende una casa popolare.

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Ansa L’incontro Delegazion­e di migranti incontra il Prefetto e la sindaca Virginia Raggi, qui a destra
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