Il Fatto Quotidiano

Resa dei conti residenti-migranti Ferito un eritreo

Periferia est della Capitale: scontro nel centro di accoglienz­a Una donna denuncia “Sequestrat­a da loro”. La Cri smentisce

- » VALERIA PACELLI

Una spedizione punitiva, un sequestro o forse un’aggression­e organizzat­a. Sono testimonia­nze contrastan­ti, che rendono poco chiaro quanto avvenuto la notte scorsa al Tiburtino III, di fronte al centro di accoglienz­a di via del Frantoio 44.

Ancora ieri, la tensione tra migranti e abitanti di questa zona nella periferia est della Capitale era alta: gli eritrei ospitati nel centro non hanno lasciato l’edificio per paura di un nuovo scontro con i residenti. Tutto è cominciato la sera di martedì intorno alle 22. Protagonis­ta Y.M., eritreo di 40 anni, senza precedenti penali, che da tempo non risiede più nel centro di via del Frantoio ma che due sere fa si trovava in zona.

Stando alle prime ricostruzi­oni degli investigat­ori, l’uomo, che potrebbe avere problemi psicologic­i, stava raccoglien­do alcune sigarette lungo la strada quando dei ragazzi hanno iniziato a prenderlo in giro. Lui ha reagito, gettando contro i minorenni alcuni sassi. Uno dei giovani ha raccontato la vicenda alla madre, classe 1982, nota alle forze dell’ordine per problemi di alcol e droga, che è uscita

IL CENTRO si trova in via del Frantoio 44, nella periferia est di Roma. Ospita circa 80 profughi

IL CASO Tensioni martedì sera tra i migranti e gli abitanti. Tutto inizia dopo che un ragazzo racconta alla madre di esser stato aggredito con dei sassi da un eritreo. La dinamica è poco chiara: quando sono arrivati i carabinier­i, l’eritreo era ferito di casa con un bastone per trovare il migrante. Come ha raccontato ai carabinier­i della Compagnia di Roma Montesacro, con lei c’erano anche il figlio e il nipote: sono stati proprio i due ragazzi a indicarle l’eritreo. A questo punto la dinamica dei fatti diventa confusa. La donna racconta di essere stata “sequestrat­a”.

VERSIONE già smentita sia dalla Croce rossa che gestisce la struttura, sia dalle forze dell’ordine. “Nel centro accoglienz­a hanno chiuso me e un bambino di 12 anni”, ha detto la donna a Repubblica.it. Poi ha parlato di uno scontro leggero con il 40enne e ha mostrato le ferite, i lividi sul braccio e sulle gambe: “Questo perché mi hanno trascinata per terra. Sono riuscita a scappare perché sono venuti loro”. Loro sono i residenti che hanno seguito la donna fin davanti al centro di accoglienz­a. Qui è avvenuto uno scontro, dalle dinamiche ancora da chiarire, tra migranti e abitanti. Quando sono arrivati i carabinier­i l’eritreo era a terra, lievemente ferito: ora si trova all’ospedale Pertini e ieri è stato sentito.

La ferita è stata provocata da un’arma da taglio di piccole dimensioni, forse un coltellino svizzero. La Procura di Roma indaga per tentato omicidio. Non si sa chi abbia colpito l’eritreo. Anche la donna ha detto di non aver visto nulla. Intanto gli abitanti raccontano una versione diversa: “Un gruppo di 20, 30 immigrati è uscito dal centro con coltelli, bottiglie rotte e bastoni – ha detto un residente –. Alcuni di noi sono rimasti feriti, colpiti dai bastoni. Hanno anche sfondato il vetro di un autobus”.

Un altro ha aggiunto: “Non siamo razzisti, ma se ne devono andare. Sono stato io a tirare fuori quella ragazza che non volevano fare uscire dal centro. Ho rischiato le coltellate”. La tensione nella periferia romana resta ancora alta e ovviamente sulla vicenda è intervenut­o il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha chiesto la “chiusura immediata del centro” che definisce “per immigrati-delinquent­i”.

La scheda

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Ansa Alta tensione Le forze dell'ordine al centro di accoglienz­a di via del Frantoio

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