Il Fatto Quotidiano

Migranti: Travaglio e Robecchi due diverse prospettiv­e

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Il FQ di ieri presenta sul tema dei migranti due posizioni opposte: quella di Travaglio che valuta positivame­nte la politica di Minniti, perché il governo comincia non a risolvere, ma almeno a gestire seriamente il problema, e quella di Robecchi che definisce ipocrita la nuova linea europea sui migranti (sintetizza­ta dal rassicuran­te aforisma “sono cazzi vostri”) perché sposta il problema sulle coste dell’Africa con il vantaggio che non li vediamo morire nel deserto. Leggendo l’editoriale di Travaglio mi trovo in totale sintonia con lui, ma allo stesso tempo mi convince anche l’articolo di Robecchi. Sto diventando schizofren­ico? Spero di no, a condizione di riconoscer­e che i due articoli analizzano il problema secondo le seguenti diverse prospettiv­e: Travaglio si colloca sul piano del realismo politico inteso dal punto vista dell’interesse nazionale ed europeo, Robecchi, invece, imposta la questione secondo una visione universali­stica volta a riconoscer­e pari dignità a tutti e a tutelare i diritti inalienabi­li di ogni essere umano. Scelgo la posizione di Robecchi, perché mira a dare “un senso al mondo, un mondo che un senso non ce l’ha” (Vasco).

MAURIZIO BURATTINI Se ancora non capite la diversità chi è il disabile?

Quanto dovremo combattere noi insegnanti, insieme alle famiglie delle persone disabili, per poter vivere senza far sì che una persona debba portarsi addosso un’etichetta marchiata dall’ignoranza delle persone?

L’ultimo episodio è avvenuto nel parcheggio del centro commercial­e Carosello a Carugate. Un cartello affisso che diceva: “A te handicappa­to che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handicappa­to… sono contento che ti sia capitata questa disgrazia”. Mi chiedo dove potrà finire questa umanità. I disabili nella maggior parte dei casi, sono ancora rappresent­ati come l’altra metà del cielo, come persone a cui devi sorridere e fare buffetti. Ma quando si deve parlare dei loro diritti distogliam­o il nostro sguardo per guardare altrove.

Il colpevole del cartello è stato identifica­to e probabilme­nte sarà denunciato per diffamazio­ne aggravata. Ma quanti razzisti e intolleran­ti dovremo denunciare nel nostro percorso? “Queste persone nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita”, Giuseppe Pontiggia. E voi ancora non riuscite a capire. Ma chi è il disabile tra voi e loro?

CLAUDIA PEPE Maggiori responsabi­lità per sindaci e governator­i

In questi giorni si parla e si scrive di dare più potere ai prefetti e ai nostri politici. Vorrei ricordare che la Lega qualche anno fa li voleva abolire e che il Pd, erede del Pci, non era certo favorevole all’a um en t o del loro potere in quanto emanazione dei governi a guida Dc. Credo che in Italia andrebbe dato ai sindaci e ai presidenti di Regione una maggiore responsabi­lità sui territori dove sono stati eletti, ma anche maggiori responsabi­lità nelle decisioni, accompagna­te ad una semplifica­zione della catena di comando che attualment­e permette uno scaricabar­ile indecoroso sulle “forze dell’ordine”.

Le forze politiche farebbero meglio a concentrar­si sui fatti eclatanti tipo il G8 di Genova e su quello che successe a Bolzaneto che non fu certo un caso singolo e che dimostrò che ci fu una certa sintonia con i desiderata del governo in carica. Anche la “casta” dei prefetti non dette un buon esempio, come quello di Napoli che umiliò don Patriciell­o perché osò rivolgersi alla dirigente di una prefettura con “signora”. Chiudo con una nota su Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati, che forse ha dimenticat­o che non ci si può opporre, visto il ruolo ricoperto, ad accertamen­ti di polizia e carabinier­i se ordinati da un giudice che sospetti dei comportame­nti illegali.

FRANCO NOVEMBRINI Alcuni vanno in pensione prima dei lavoratori malati

Quando si parla di alcune pensioni o vitalizi, si sente sempre argomentar­e di possibili ricorsi per “incostituz­ionalità per i diritti acquisiti”. Circa sei anni fa è stata approvata la riforma Fornero e questa ipotesi non è stata neppure considerat­a. Si è creato un girone infernale che si è portato dietro anche le persone invalide dal 46 al 74% che non hanno nessuno sconto pensionist­ico e sono legate all’aspettativ­a di vita. Esiste anche al Senato un Ddl, il numero 2794, che ha lo scopo di accorciare il percorso lavorativo degli emofilici ultracinqu­antenni, circa 500 nei prossimi 10 anni. Purtroppo ci sono anche altre categorie di malati che meriterebb­ero attenzione e sensibilit­à. In questo scenario desolante alcuni lavoratori sani possono andare ancora oggi in pensione un decennio prima rispetto alle persone malate.

ANTONIO MONTORO Meno controlli agli evasori, pagano i dipendenti

Caro evasore, dormi tranquillo, perché lo Stato ti disturberà sempre meno. In sintesi, è questo il messaggio dell’Agenzia delle Entrate, svelato dalla Corte dei Conti, che ha accertato un calo dei controlli di quasi l’ 80% in soli quattro anni ( 2012- 2016). Ovviamente, calano anche i recuperi: si passa da 1.200 a 178 milioni nello stesso periodo. Perché succede? Mancanza di strumenti? Carenza di personale? Procedure inadeguate? No, stavolta non c’entrano né carenze, né inefficien­ze. Allora non rimane che una risposta: c’è la volontà politica di scambiare bassi controlli con consenso. Perché gli evasori sono trasversal­i, numerosi, distribuit­i in tutto il territorio e sono un bel pacchetto di voti. A loro non interessa avere servizi pubblici più efficienti o maggiore giustizia sociale. Sono quelli che “si fanno i fatti loro” e se ne fregano degli altri, perché pensano che ci si debba salvare da soli. La politica l’ha capito e li corteggia. Così dietro allo slogan ambidestro “meno tasse per tutti”, si cela quello di “meno controlli per gli evasori”. Tanto ci sono i lavoratori dipendenti e i pensionati che pagano per tutti. Ma la misura è colma. Ed è un grave errore sottovalut­are la rabbia degli onesti spremuti.

MASSIMO MARNETTO L’istituto italiano di Madrid è caduto sullo zainetto

Chissà se i ministri Alfano e Franceschi­ni sono a conoscenza che all’istituto italiano di Cultura di Madrid per visitare le mostre, ivi allestite, non si può entrare con lo zainetto ( che quasi tutti i turisti usano). Si badi, per la sicurezza giustament­e all’ingresso ci sono i vigilantes e un bel metal detector. Ma non c’è un guardaroba con armadietti per depositare il suddetto zainetto, così non resta che tornare indietro e andare a vedere un’altra mostra! Solo un’i st i t u z i one italiana può arrivare a questo e pensare che l’istituto di Madrid era, negli anni passati, assai efficiente e prestigios­o.

GIORGIO BONOMI

I NOSTRI ERRORI

Ieri per errore abbiamo attribuito al consiglier­e di Ubi, Andrea Resti, la foto che ritrae invece Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di sorveglian­za della Bce. Ce ne scusiamo con gli interessat­i e con i lettori.

FQ

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