Inglesi in crisi d’identità Senza Diana né Europa
Forse hanno ragione gli ottimisti, i britannici ce la faranno anche stavolta. Che si sia fermato (per ristrutturazione) perfino il Big Ben, simbolo supremo della loro “puntuale razionalità e potenza imperiale”, sembra il rintocco di una crisi di riferimenti collettivi senza precedenti. L'arma da loro più volte brandita per sfidare i tempi che cambiano (inclusi quelli atmosferici, rito nazionale quotidiano) non è del resto mai stata quella della “puritana coerenza”, bensì al contrario di un pragmatismo isolano, pronto a smentirsi per negoziare con la realtà.
A fare da simbolico collante tra vicende mutevoli e genti tra loro ostili c'è sempre stata una Casa Reale (se l'Europa del 21esimo secolo è ancora zeppa di monarchie è proprio per questo). Il problema è che ora essa non solo è orfana del suo personaggio più popolare, Lady Diana, ma è tuttora incapace, vent'anni dopo, di elaborare quel lutto.
Soprattutto, è un imbarazzo che si aggiunge al solco di vo novità improbabili dalla conferenza stampa in agenda oggi. Il problema di fondo è paradossalmente che a Bruxelles non si capisce più da cosa Londra vorrebbe staccarsi, anche perché ci sarebbe anzitutto un conto da pagare.
TRA IMPEGNI presi e altro la stima è di almeno 60 miliardi di euro, anche perché Londra, nell'Unione, beneficiava di uno “sconto” ottenuto da Margaret Thatcher nell’85, allora motivato (tra l'altro) da una crisi economica nazionale poi abbondantemente superata. Considerando il rimborso concesso (il 66% della differenza tra i soldi dati e ricevuti), Londra spendeva annualmente per l'Ue poco più di 3 miliardi (dati 2015), 10 in meno della Germania. Un palese privilegio, con cui pagava la propria appartenenza europea a un prezzo infinitamente più basso di quel che servirà per dar seguito alla propria rottura.
Downing Street sa tutto questo, tergiversa e lancia appelli perché sia l'Europa a usare “immaginazione e flessibilità”. Per quel che servono i simboli, sarebbe il momento in cui la Corona desse qualche segnale di esistenza. Al memoriale dedicato a Diana a Kensington Palace ieri c'erano solo i figli William (con la moglie Kate) e Harry. Carlo non pervenuto. Regina e consorte reclusi in un castello in Scozia. Nessun gesto di rilievo dalla Famiglia reale per la ricorrenza della morte della principessa Diana, avvenuta in un incidente a Parigi tra il 30 e il 31 agosto 1997. La regina Elisabetta, assieme al principe Filippo, è rimasta in un loro castello. Assente anche Carlo. Solo i figli William (con la moglie Kate) e Harry si sono recati al memoriale floreale dedicatole a Kensington Palace
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