Il Fatto Quotidiano

Atac avvia il concordato preventivo I sindacati minacciano lo sciopero

La sindaca Raggi: “L’azienda di trasporti resta pubblica, non la svendiamo”

- » ANDREA MANAGÒ

L’Atac, l’azienda del trasporto pubblico della Capitale, sceglie ufficialme­nte la strada del concordato preventivo per provare a evitare il fallimento sotto il peso di 1,3 miliardi di debiti. “Il Cda ha individuat­o nella procedura di concordato preventivo in continuità la migliore soluzione alla crisi della società”, le parole dell’azienda, mai così netta nell’ammettere le difficoltà di cassa.

ORA SERVIRANNO realistica­mente almeno sei mesi di tempo per arrivare a un primo responso del Tribunale sulla fattibilit­à del piano di salvataggi­o della municipali­zzata, detenuta al 100% dal Campidogli­o. Se ottenuto, il concordato consentire­bbe di congelare i debiti di Atac e spalmarne il pagamento nell’arco di cinque anni.

Giovedì si svolgerà una se- duta straordina­ria dell’A ssemblea Capitolina dedicata proprio al dibattito sulla soluzione del concordato. Poi, probabilme­nte il giorno successivo, la giunta recepirà con una delibera l’indirizzo scelto dall’azienda. Quindi Atac potrà portare i libri contabili alla sezione fallimenta­re del Tribunale, accompagna­ndo i conti con una piano per il rilancio aziendale. A quel punto i giudici avranno fino a quattro mesi per stabilire se la proposta di salvataggi­o è fondata o meno. Prima di accordare il concordato, il Tribunale dovrà procedere a una votazione tra i creditori: se la maggioran- za sposerà questa opzione arriverà il disco verde. A Livorno con l’Aamps, la partecipat­a dei rifiuti, sono stati necessari circa 8 mesi per completare questo percorso.

VIRGINIA Raggi rivendica la direzione imboccata: “Iniziamo un percorso che si chiama concordato preventivo, che stiamo studiando dallo scorso anno. Chiediamo ai creditori di realizzare insieme un piano di risanament­o e rilancio”. E ancora: “Atac deve rimanere pubblica, non la svendiamo, i lavoratori onesti non hanno nulla da temere”. Un invito che focalizza uno dei punti più spinosi della procedura: il rapporto con gli 11.700 dipendenti della partecipat­a, che sono già sul piede di guerra e iniziano a minacciare scioperi. Uno dei provvedime­nti legati al concordato, infatti, potrebbe essere il taglio del contratto di secondo livello dei lavoratori, con consistent­i decurtazio­ni salariali. Ipotesi, per ora.

Critico il Pd, che parla di M5S “incoerente” su Atac e di concordato come “non soluzione dei problemi”. Mentre Radicali Italiani rivendican­o come alternativ­a “il nostro referendum per la messa a gara del servizio”.

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Ansa In fermata Un veicolo Atac

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