Atac avvia il concordato preventivo I sindacati minacciano lo sciopero
La sindaca Raggi: “L’azienda di trasporti resta pubblica, non la svendiamo”
L’Atac, l’azienda del trasporto pubblico della Capitale, sceglie ufficialmente la strada del concordato preventivo per provare a evitare il fallimento sotto il peso di 1,3 miliardi di debiti. “Il Cda ha individuato nella procedura di concordato preventivo in continuità la migliore soluzione alla crisi della società”, le parole dell’azienda, mai così netta nell’ammettere le difficoltà di cassa.
ORA SERVIRANNO realisticamente almeno sei mesi di tempo per arrivare a un primo responso del Tribunale sulla fattibilità del piano di salvataggio della municipalizzata, detenuta al 100% dal Campidoglio. Se ottenuto, il concordato consentirebbe di congelare i debiti di Atac e spalmarne il pagamento nell’arco di cinque anni.
Giovedì si svolgerà una se- duta straordinaria dell’A ssemblea Capitolina dedicata proprio al dibattito sulla soluzione del concordato. Poi, probabilmente il giorno successivo, la giunta recepirà con una delibera l’indirizzo scelto dall’azienda. Quindi Atac potrà portare i libri contabili alla sezione fallimentare del Tribunale, accompagnando i conti con una piano per il rilancio aziendale. A quel punto i giudici avranno fino a quattro mesi per stabilire se la proposta di salvataggio è fondata o meno. Prima di accordare il concordato, il Tribunale dovrà procedere a una votazione tra i creditori: se la maggioran- za sposerà questa opzione arriverà il disco verde. A Livorno con l’Aamps, la partecipata dei rifiuti, sono stati necessari circa 8 mesi per completare questo percorso.
VIRGINIA Raggi rivendica la direzione imboccata: “Iniziamo un percorso che si chiama concordato preventivo, che stiamo studiando dallo scorso anno. Chiediamo ai creditori di realizzare insieme un piano di risanamento e rilancio”. E ancora: “Atac deve rimanere pubblica, non la svendiamo, i lavoratori onesti non hanno nulla da temere”. Un invito che focalizza uno dei punti più spinosi della procedura: il rapporto con gli 11.700 dipendenti della partecipata, che sono già sul piede di guerra e iniziano a minacciare scioperi. Uno dei provvedimenti legati al concordato, infatti, potrebbe essere il taglio del contratto di secondo livello dei lavoratori, con consistenti decurtazioni salariali. Ipotesi, per ora.
Critico il Pd, che parla di M5S “incoerente” su Atac e di concordato come “non soluzione dei problemi”. Mentre Radicali Italiani rivendicano come alternativa “il nostro referendum per la messa a gara del servizio”.