Il Fatto Quotidiano

A Livorno la Raggi inguaia Nogarin: maggioranz­a addio

Due consiglier­i lasciano il gruppo per il trasferime­nto a Roma dell’assessore Lemmetti. Maggioranz­a a rischio

- » LORENZO VENDEMIALE

“Forse qualcuno ha sottovalut­o il problema che ci avrebbero creato”. Marco Galigani, capogruppo in Comune del Movimento 5 Stelle a Livorno, è sereno ma anche un po’ pr e o cc u p at o : presto il sindaco Filippo Nogarin potrebbe non avere più la maggioranz­a in assemblea.

Almeno, non una maggioranz­a a 5stelle: altri due consiglier­i, Edoardo Marchetti e Alessio Batini, lasceranno il gruppo grillino in polemica con i vertici nazionali per la decisione di spostare l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, alla corte romana di Virginia Raggi. Assicurano che continuera­nno a sostene- re il primo cittadino: la sua legislatur­a, dunque, non pare a rischio, ma sarà pur sempre appesa al voto di due esterni.

I GUAI DELLA RAGGI a Roma arrivano fino in Toscana: il conto dell’ennesimo rimpasto in giunta rischia di pagarlo Nogarin. La soluzione trovata dal Movimento per sostituire l’assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo (reo di aver criticato i vertici nazionali ed essersi opposto al piano del concordato per Atac) è stata quella di trasferire nella Capitale il suo collega Lemmetti, forte anche dell’esperienza con Aamps, la partecipat­a dei rifiuti toscana che ha già affrontato una procedura simile.

Il neoassesso­re romano si è già calato nel suo nuovo ruolo, ed è diventato quasi una star del Movimento: ieri era a Lamezia, insieme al senatore Nicola Morra, per presenziar­e a un incontro di formazione con attivisti e consiglier­i locali, con tanto di maglietta degli Iron Maiden. A Livorno, però, ha lasciato un bel buco.

Non tanto in giunta, visto che il suo sostituto è già stato individuat­o. Quanto piuttosto in consiglio comunale. I malumori tra i grillini sono sfociati in una vera e propria frattura: Edoardo Marchetti e Alessio Batini, che avevano già espresso il loro dissenso, hanno deciso di lasciare il M5s. L’addio verrà formalizza­to nella prossima seduta, ma ormai è certo. Lo confermano anche i diretti interessat­i: “Usciremo dal gruppo, garantendo l’appoggio esterno”, spiega Marchetti, a dimostrazi­one che il gesto è in polemica con i vertici nazionali e non con l’amministra­zione di Nogarin.

La perdita, però, non è meno pesante: consideran­do che il sindaco aveva già salutato altri tre consiglier­i nel 2015 (proprio per i contrasti sulla procedura di concordato avviata da Lemmetti), dai 20 voti su 32 che poteva contare al momento dell’elezione è passato a soli 15.

“ABBIAMO provato a prendere un po’di tempo, sperando di ricucire lo strappo, ma ormai non possiamo più negare questa situazione”, ammette Galigani. “Diciamo che la difficoltà è più politica che numerica: concretame­nte non ci cambia nulla, perché i due ci hanno assicurato che continuera­nno a sostenere Nogarin, quindi non c’è nessun rischio di crisi”. Vero, fino a un certo punto: il Movimento 5 Stelle non avrà più una maggioranz­a autonoma, e avrà bisogno di almeno un voto esterno.

Infatti chi è vicino al sindaco Nogarin lo descrive tutt’altro che soddisfatt­o di come è stata gestita la vicenda. “Il Movimento è una rete, è giusto aiutarsi a vicenda, ma forse è mancato un po’ di dialogo e non hanno pensato alle conseguenz­e che potevano esserci a Livorno”, conclude il capogruppo. “Qui il nostro mandato non è ancora finito”. E da oggi è un po’ più in salita.

IL CAPOGRUPPO GALIGANI

Il Movimento è una rete, è giusto aiutarsi a vicenda Forse, però, qualcuno ha sottovalut­ato il problema che ci avrebbero creato qui a Livorno

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LaPresse Primo cittadino Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin
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