“Cosa Nostra colpisce chi viene lasciato solo”
35 anni fa
▶SONOPASSATI 35 ANNI
da quando Carlo Alberto dalla Chiesa fu ucciso dalla mafia insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di polizia Domenico Russo durante un agguato a Palermo in via Isidoro Carini. Erano le 21:15 del 3 settembre 1982, quando in questa strada la macchina su cui viaggiavano il generale e prefetto di Palermo e la moglie viene affiancata da una Bmw dalla quale partono 30 colpi di ak-47. Subito dopo, l’auto di scorta viene presa di mira da un commando in motocicletta che scarica una serie di colpi di mitra.
Per gli omicidi, su cui ancora si aggiungono dettagli, sono stati condannati all’ergastolo, come mandanti, i vertici di Cosa Nostra dell’epoca: i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e
Nenè Geraci. Nel 2002 è arrivata la condanna anche per gli esecutori: Vincenzo Galatolo, Antonino
Madonia, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci. Nella sentenza si legge: “Si può senz’altro convenire con chi sostiene che persistano ampie zone d’ombra, concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso, sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale”.
Tre settimane prima di essere ucciso, il generale Dalla Chiesa racconta a Giorgio Bocca che i poteri speciali promessi dal governo per combattere Cosa Nostra non sono ancora stati approvati (e non lo saranno mai). L’intervista è stata pubblicata su Repubblica il 10 agosto 1982. Ne esce un ritratto impeccabile della Palermo di quegli anni: la mafia che si muove a proprio piacimento sul territorio, le complicità della classe dirigente locale, il significato di certi omicidi eccellenti, comequello del leader democristiano Pier Santi Mattarella. E la consapevolezza, espressa dal generale che: “Chiunque pensasse di combattere la mafia nel ‘pascolo’ palermitano e non nel resto d'Italia non farebbe che perdere tempo”.