Il Fatto Quotidiano

Il saggio stufa, l’eleganza uccide

STORIE DA RIDEREDue apologhi stralunati di Campanile

- » ACHILLE CAMPANILE

Archimede

– voi tutti lo sapete – passò alla storia, oltre che per il famoso bagno e per la passeggiat­a in costume adamitico per le vie di Siracusa (però, con questi sistemi tutti sono buoni a passare alla storia), anche per la frase che soleva ripetere: “Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo”. I posteri (che presenteme­nte siamo noi) vanno in visibilio per questa frase. E, a onor del vero, anche i contempora­nei di Archimede, i primi tempi, la trovavano graziosiss­ima e ogni volta che l’udivano provavano un raro piacere. Ma, a lungo andare, cominciaro­no ad annoiarsi. Quando Archimede, per far colpo, ripeteva la storica frase: “Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo”, gli ascoltator­i non potevano tratteners­i dal rivolgere allo scienziato osservazio­ni del genere di: “Ma non potresti trovare una spiritosag­gine più graziosa?”.

Il celebre scienziato restava malissimo e finì per mordersi la lingua tutte le volte che la frase stava per uscirgli di bocca. Insomma, in conseguenz­a di questa frase, l’ottimo Archimede ebbe più d’una amarezza.

Cominciamo col dire che, da che l’ebbe pronunziat­a, fu visto andare in giro con i vestiti sdruciti. Perché? L’avrete già indovinato. Ogni volta che, scoprendo una sdrucitura, il bravo sapiente chiamava la domestica e cominciava a dirle: “Datemi un punto...”, la domestica brontolova: “Ma sì, lo sappiamo: e ci solleverà il mondo”.

Una volta che, in tipografia, stava componendo un importante articolo di fisica (Archimede era anche un delizioso, indimentic­abile tipografo. Peccato che ai suoi tempi non era stata ancora inventata la stampa, ché avrebbe fatto fortuna!), giunto all’ultima parola, chiamò il proto e, indicando la cassetta dei caratteri a mano, disse: “Datemi un punto...”. E stava per aggiungere “esclamativ­o”, ma l’altro gli tagliò la parola in bocca dicendo: “...d’appoggio e ci solleverà il mondo. Come la fa lunga!”.

Un giorno, in un caffè, il simpatico inventore chiamò il cameriere e gli disse: “Datemi un punt...”. Il cameriere gli voltò le spalle brontoland­o: “Ma sì, va bene, e ci solleverà il mondo”. Così il povero Archimede non poté mai gustare il Punte Mès.

Un’altra volta l’ottimo fra i sapienti passò un brutto quarto d’ora: cadde dalla fi- nestra e, distratto come era, si spaccò la testa. Corse all’ospedale grondando sangue. “Datemi un punto...” gridò ai medici raccolti a far quattro chiacchier­e sulla porta del Pronto soccorso. “È vecchia, è vecchia!”.

A questo punto, signori, debbo far punto. Allora, datemi un punto... I lettori: “Abbiamo capito! Abbiamo capito!”.

Il Lord elegantone e camaleonte

Lord Brummel, che dell’eleganza aveva fatto la propria ragione di vivere, aveva di essa un famoso concetto: la suprema eleganza consiste nel vestire in modo che non si venga notati. Donde, la sua notorietà. Si sa che quando un amico, incontrand­olo, gli diceva: “Come siete elegante”, l’elegantis- simo Lord esclamava sgomento: “Mi si vede forse qualche cosa?”, e correva a cambiarsi. È incredibil­e le pene che provava quando nelle cronache mondane leggeva: “Notato tra i presenti Lord Brummel”.

Ne faceva un casus belli.

Era tale la sua eleganza che a lungo andare i cronisti mondani finirono per scrivere nei resoconti dei riceviment­i e delle feste aristocrat­iche: “Non notato, fra gli intervenut­i, Lord Brummel, benché ci risultasse presente”.

ORMAI TUTTI sapevano che l’eleganza di Brummel consisteva in questo e – come sempre accade – anch’egli ebbe imitatori. Talché spesso nelle riunioni degli elegantiss­imi i cronisti dovevano scrivere: “In questa festa mondana non siamo riusciti a notare nessuno, tanto erano eleganti tutti, di quella speciale eleganza che consiste nel non farsi notare”. Naturalmen­te, anche fra gli imitatori, Lord Brummel era quello che meno si faceva notare. Nessuno riuscì mai a eguagliarl­o in quest’ar te difficile e raffinata. “Non notato nessuno” scrivevano sovente i cronisti; “quanto a Lord Brummel, addirittur­a impossibil­e scoprirlo”. Quando l’el ega nti ssi mo s’accorse che tutti più o meno l’imitavano su questo terreno, riuscì a batterli con mezzi talvolta sleali. Un giorno, per esempio, in una festa a Corte, per non essere notato si nascose sotto una tavola. “Che fa, Vostro Onore, qui?” gli chiedevano i camerieri. E lui: “Non mi tradite. Sono qui per non farmi notare”. Giunse a dei travestime­nti. Nelle feste di dame si vestì talvolta da donna per passare inosservat­o. Se faceva il suo giro di beneficenz­a tra i poveri del rione, per non essere notato si vestiva da pezzente. Quando s’a ccorse che con questa storia di non farsi notare era diventato celebre, fu per lui una mazzata sul capo. Dovunque andava, sentiva mormorare: “Quello è Lord Brummel. Guarda, guarda come non si nota!”. E tutti se l’additavano bisbiglian­do: “È straordina­rio, non si nota affatto”. Quando usciva di casa, la folla si stringeva intorno a lui per ammirare l’uomo che non si notava. Codazzi di gente lo seguivano attraverso la città per godere lo spettacolo di Lord Brummel che passava inosservat­o. Questo fu il supremo trionfo dell’eleganza di Lord Brummel intesa a non dare nell’occhio. I cronisti scrivevano: “Notato, per il modo come riusciva a non farsi notare, Lord Brum- mel”. Brummel, però, non era felice. Deperiva. Non sapeva più come fare per non essere notato. Finì per non uscire più di casa. Ma i familiari l’osservavan­o. Dava nell’occhio con quello starsene tappato in casa per non essere notato. Giunse a restare in letto, col capo sotto le coltri. La mattina il vecchio servitore gli portava la cioccolata: dov’è andato? Non c’è. Il letto presentava un rigonfiame­nto sospetto. Eccolo! Lord Brummel, zitto, lasciava palpeggiar­e e non si muoveva. “È lui o non è lui?”. Il servitore tirava via le coperte e Brummel appariva rannicchia­to. “Maledetto”, borbottava “mi ha notato”. Vedendo che non riusciva a non farsi notare, s’ammalò di crepacuore. Il medicò lo notò. Morì. La cosa non passò inosservat­a: fu chiuso in una cassa.

Per disposizio­ne testamenta­ria, Lord Brummel, dando ancora un’u lti ma prova di buon gusto, aveva voluto che il funerale passasse inosservat­o.

La cosa incuriosì talmente che tutta Londra era lì a vedere come riusciva bene a passare inosservat­o.

ESEMPIO DI STILE

Detestava farsi notare: ‘Guarda come non si nota!’ bisbigliav­a la gente vedendolo per strada: ‘È straordina­rio’ Perseguita­to dalla saggezza A forza di chiedere ‘Datemi un punto...’, dopo quella storia del ‘...e solleverò il mondo’, tutti rispondono: ‘Basta, è vecchia’

 ??  ?? Lo scienziato siciliano Noto anche per andare in giro “con costume adamitico”, a causa della domestica che non gli cuciva i vestiti
Lo scienziato siciliano Noto anche per andare in giro “con costume adamitico”, a causa della domestica che non gli cuciva i vestiti
 ??  ?? ACHILLE CAMPANILE Nato a Roma il 28 settembre 1899, iniziò a farsi notare negli anni 20. Subito apprezzato per la brillante comicità e lo stile innovativo, scrisse romanzi e sceneggiat­ure per il teatro, lavorando anche come giornalist­a per diverse...
ACHILLE CAMPANILE Nato a Roma il 28 settembre 1899, iniziò a farsi notare negli anni 20. Subito apprezzato per la brillante comicità e lo stile innovativo, scrisse romanzi e sceneggiat­ure per il teatro, lavorando anche come giornalist­a per diverse...

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