Figli di Trojan
Per dire in che mani sono il governo e la giustizia in Italia, basta questo: due giorni fa, Repubblicarivela il decreto delegato del guardasigilli Andrea Orlando sulle intercettazioni telefoniche e ambientali inviato ai capi delle Procure in vista dell’incontro di domani. Il testo va oltre la delega affidata dal Parlamento al governo: questa riguardava la pubblicazione di intercettazioni e non i poteri dei magistrati di disporle per scoprire i reati e i loro autori; invece il decreto taglia anche le mani ai pm, limitandone il potere di intercettare, guardacaso per i reati di corruzione e contro la PA (niente più “Trojan horse” per captare colloqui e messaggi sugli smartphone: con tanti saluti all’inchiesta Consip e a tante altre). E poi imbavaglia la stampa e costringe polizia giudiziaria e pm a riassumere il contenuto delle conversazioni intercettate, vietando di riportarne le trascrizioni e allungando a dismisura i tempi delle indagini. Risultato: tuoni e fulmini da magistrati, avvocati, editori e giornalisti. Ma anche dalle opposizioni (M5S e SI) e persino dalla maggioranza (Mdp e singoli dissidenti Pd), mentre ovviamente il centrodestra tace e acconsente, essendo il decreto Orlando addirittura peggio delle peggiori porcate targate B. Giustamente l’ex ministro Mastella, autore di una legge sulle intercettazioni votata alla Camera ma fortunatamente non al Senato, ricorda di essere stato “crocifisso per molto meno”: lui il riassunto lo pretendeva dai giornalisti, non dagl’inquirenti. E così pure Alfano, che riprese quel progetto peggiorandolo, ma non ai livelli di Orlando, e venne stoppato dalla piazza e pure da Napolitano.
Ma i renziani e i diversamente renziani che ci sgovernano non si accontentano di farci rimpiangere i pessimi Guardagingilli del passato: tentano di riabilitare l’intero blocco berlusconiano. Che produceva leggi vergogna in dosi industriali, ma almeno ci metteva la faccia (si fa per dire) dei vari autori. Infatti ciascuna portava il nome del ministro o del parlamentare che l’aveva scritta: la Gasparri, la Cirami, la Pecorella, i condoni e gli scudi Tremonti, la Castelli, il lodo Schifani, il lodo Alfano, l’ex Cirielli (il primo firmatario che, appena la vide, si vergognò e ritirò la firma). Almeno si sapeva con chi prendersela. Ora non più. Tutte le leggi vergogna del centrosinistra sono figlie di madre ignota (da cui l’espressione “figlio di mignotta”): appena se ne scopre il testo è tutto un fuggifuggi e una gara a prendere le distanze da se stessi, come se una norma potesse scriversi da sola. Lanciano il sasso e nascondono la mano, come la loro Rai per far fuori Milena Gabanelli.