Il Fatto Quotidiano

“Sì, è scomoda: deve lavorare in Rai per noi”

Ferruccio de Bortoli: “Fondamenta­le per il servizio pubblico rilanciare l’informazio­ne online. Milena dà fastidio, come tutte le grandi firme”

- » SILVIA TRUZZI

Dall’altra parte del telefono Ferruccio de Bortoli è amareggiat­o: lui è il direttore che, durante il secondo mandato in via Solferino, chiamò Milena Gabanelli a collaborar­e con il Corriere della Sera. Era il 2011. Oggi ci dice: “Assistiamo a una vicenda molto spiacevole per l’informazio­ne italiana e a un brutto capitolo della storia della Rai. Milena è una grande giornalist­a, ha inventato Report, un format che tra l’altro ha regalato alla stessa Rai. È considerat­a da tutti una risorsa del servizio pubblico. Certo, è una persona scomoda con un carattere a volte spigoloso”. Lo strappo tra Gabanelli e i vertici di Viale Mazzini è ricucibile? Credo si possa porre rimedio a questa situazione con qualche consideraz­ione di buon senso. Nel consiglio di amministra­zione Rai siedono colleghi che apprezzo, a cominciare dalla presidente Monica Maggioni. Così come stimo il direttore generale Mario Orfeo: è un ottimo giornalist­a che in passato ha dimostrato di saper valorizzar­e le profession­alità che aveva a disposizio­ne sia nei quotidiani sia nei tg che ha diretto. La domanda che dobbiamo porci è questa: è più importante accorpare le testate giornalist­iche del servizio pubblico o valorizzar­e l’informazio­ne Rai sul web, oggi scandalosa­mente assente perché RaiNews è al 35esimo posto nella classifica dei siti d’informazio­ne?

Diamo per scontata la risposta. Cosa si può fare secondo lei?

Se l’obiettivo principale della prima industria culturale e d’informazio­ne del Paese è rilanciare il sito delle news, è necessario riconsider­are i rapporti con Milena Gabanelli, la persona giusta per portare a termine questo compito. Credo sia una priorità assoluta. Si può creare una nuova testata, che potrebbe essere diretta dallo stesso Orfeo in un primo momento dando la delega a Milena, con la giusta libertà e con le responsabi­lità che lei è pronta ad assumersi. Non conosco le questioni tecniche a fondo, ma penso che all’acco rpamento si possa procedere in un secondo momento. Quello che non può accadere, invece, è perdere una profession­alità come quella di cui stiamo parlando. Se questo dovesse succedere vorrebbe dire che l’obiettivo principale dei vertici di Viale Mazzini non è far fare un passo in avanti all’informazio­ne sulla Rete, ma significa che prevalgono logiche di altro tipo. Una voce libera in campagna elettorale può dare fastidio.

Allora lo si dica chiarament­e, perché anche quella è una responsabi­lità editoriale. Dicano che si rinvia tutto a dopo le elezioni politiche. Del resto Milena ha annunciato di volersi mettere in aspettativ­a, non prende lo stipendio quindi è coerente con la sua storia. Milena Gabanelli è obiettivam­ente una collega scomoda. Io ne so qualcosa...

La sua collaboraz­ione in via Solferino le sarà costata molte telefonate, è immaginabi­le.

Sul Corriere Milena ha ovvia- mente sempre scritto quello che ha voluto, e continua a farlo anche oggi. È una firma importante e tutte le firme importanti sono, per loro stessa natura scomode, e non sono controllab­ili. Fece una puntata di Report su Rcs che mi creò moltissimi problemi: tutti pensarono che “l’ispiratore” di quelle inchieste sulla pessima gestione della Rcs di quel periodo fossi io. Invece lei aveva fatto sempliceme­nte il suo mestiere e guardando quella puntata scoprimmo cose che nemmeno noi del Corriere sapevamo, perché la redazione di Report a veva fatto un ottimo lavoro d’inchiesta.

Una giornalist­a come Gabanelli dovrebbe essere contesa da tutte le tv: questa situazione non è assurda? C’è forse la paura di perdere qualche inserzioni­sta. Milena è una grande giornalist­a e a volte è divisiva. Capisco che impiegarla comporta dei rischi, ma questo è un lavoro in cui se non ti assumi dei rischi, non arrivi a offrire un prodotto di qualità.

Il nostro giornale ha lanciato una raccolta di firme a sostegno di Milena.

La petizione è un’iniziativa molto condivisib­ile. Ma io sono sicuro che la Rai di Mario Orfeo e Monica Maggioni insieme al Cda composto da bravi colleghi, saprà risolvere questa impasse, fugando così anche lo spiacevole sospetto che prevalgano prudenze elettorali. Se i giornalist­i che ho appena nominato si trovassero a dirigere un giornale credo ci penserebbe­ro bene prima di perdere una firma come Milena Gabanelli.

Chi è

Nato a Milano, classe 1953, si è laureato in Giurisprud­enza alla Statale. È stato due volte direttore del Corriere della Sera, quotidiano di cui è oggi editoriali­sta e del Sole 24 Ore

La carriera Dal 2015 è presidente dell’Associazio­ne Vidas di Milano. È anche presidente della casa editrice Longanesi Si potrebbe creare una nuova testata, diretta in un primo momento da Mario Orfeo, con delega a Gabanelli

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LaPresse Cronista Ferruccio de Bortoli. Accanto, la sede della Rai in viale Mazzini
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