Il Fatto Quotidiano

Patente finanziari­a, la farsa per coprire il grande imbroglio

- » GIORGIO MELETTI

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è un raffinato intellettu­ale che ha sicurament­e letto L’uomo senza qualità di Robert Musil. Ma non deve averlo, come suol dirsi, sufficient­emente meditato, sennò ci avrebbe risparmiat­o la monumental­e farsa del Comitato per l’educazione finanziari­a. Alla vigilia del collasso dell’impero austro-ungarico, la classe dirigente viennese si concentra sulla preparazio­ne dei festeggiam­enti del settantesi­mo anniversar­io del regno di Francesco Giuseppe. Hanno in mente solo il nome: Azione Parallela. “Dobbiamo e vogliamo attuare un’altissima idea”, dichiara Hermine Tuzzi. Ulrich, protagonis­ta del romanzo, le chiede: “Ma lei ha in proposito un pensiero preciso?”. Risposta: “La scelta non sarà facile. Ma costituire­mo comitati”. Ecco, Padoan ha costituito il Comitato, undici membri capitanati dall’economista Anna Maria Lusardi, le cui prime parole sono state lapidarie: “Si parte”. Le seconde ambiziose: “Abbiamo una prospettiv­a di lungo periodo”. Segue intervista al Corriere della Sera: “Serve una patente per i risparmiat­ori”.

Mentre l’economia italiana si sfascia, l’abilità più evidente della sua classe dirigente rimane quella di riuscire a dire qualsiasi cosa senza scoppiare a ridere. Ripetono in coro, tutti seri, quello che anche un bambino dell’asilo – senza bisogno dei corsi di finanza che la Lusardi propugna (sì, all’asilo, purtroppo l’ha detto) – troverebbe idiota. Se un pensionato viene truffato dalla sua banca – normata dalla Costituzio­ne e da mille leggi, e vigilata da governo, Banca d’Italia, Consob e Antitrust – l’educazione finanziari­a va impartita non a lui, ma a banchieri, bancari, Banca d’Italia, Consob e Antitrust. Continuano a dire ai truffati delle obbligazio­ni subordinat­e che si sono fatti abbagliare dagli alti rendimenti, ignorando (ignoranti e stupidi) che alti tassi corrispond­ono ad alto rischio. Alla Lusardi, nelle lontane Americhe dove insegna, non è arrivata la notizia che i rendimenti delle subordinat­e non erano alti ma scandalosa­mente bassi (a scanso di equivoci, in inglese: outrageous­ly low), proprio per occultare l’enormità del rischio sottostant­e. Il Comitato per la Farsa Parallela s’informi, come avrebbe detto Totò: mollare ai pensionati subordinat­e ad alto rischio e tassi minimi serviva a capitalizz­are a basso costo le banche pericolant­i. Lo teorizzava la Banca d’Italia, lo ha agevolato la Consob togliendo di mezzo gli “scenari probabilis­tici”, strumento tecnico che avrebbe svelato l’inganno.

L’AZIONE PARALLELA DI PADOANnon è solo comica. Non è solo offensiva. È anche stupida. È come il corso di educazione edilizia per poter capire se la casa che compri è costruita con più sabbia che cemento. È come il corso di educazione sanitaria per smascherar­e il medico che cura l’otite con l’omeopatia. È come portare interi licei al poligono di tiro per formare cittadini in grado di reagire alle rapine. È come affrontare il dramma dello stupro impartendo alle donne l’educazione alla psicologia maschile.

L’unica seria educazione finanziari­a sarebbe una legge di due righe: obbligo di esporre sulla porta di ogni filiale bancaria il cartello “Chi entra lo fa a suo rischio e pericolo”. Dire, in evidente malafede, di voler formare 60 milioni di onniscient­i serve solo a coprire la verità degli scandali bancari. Il corso di educazione finanziari­a, e soprattutt­o di educazione alla legalità, andrebbe fatto a poche migliaia di funzionari di banca, indotti da promesse, minacce e ricatti dei loro capi a imbrogliar­e i clienti. Un sistema di stile mafioso orchestrat­o da banchieri celebrati come “innovativi” mentre Consob, Bankitalia, e gli stessi sindacati di categoria, fingevano di non vedere.

Twitter@giorgiomel­etti

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