Il Fatto Quotidiano

Risiko nucleare: le bombe non le ha solo Kim Jong-un

RUSSIA, USA, FRANCIA, CINA, GRAN BRETAGNA, INDIA, PAKISTAN, ISRAELE E COREA DEL NORD HANNO BOMBE, MISSILI, SOTTOMARIN­I. UNA CORSA AL RIARMO IN BARBA AI TRATTATI

- » ENRICO PIOVESANA

Il mondo è in pieno riarmo nucleare. Non tanto per il numero di testate, in lento calo dopo il nuovo trattato Start del 2010, ma per i programmi di modernizza­zione delle forze nucleari avviati da tutte le nazioni armate di atomica. Non solo la Corea del Nord, ma tutti i nove Stati nucleari sono impegnati in costosissi­mi progetti per la costruzion­e di bombe più potenti o di nuovi missili, bombardier­i e sottomarin­i per il lancio di testate nucleari. Una competizio­ne tra programmi a lungo termine che, come osserva l’Istituto Internazio­nale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, dimostra che “nessuno di questi Stati sarà pronto a privarsi del suo arsenale nucleare nel prevedibil­e futuro”.

Il 92% delle quasi 15.000 testate nucleari esistenti – di cui 4.150 schierate, cioè ponte all’uso – si trova negli arsenali americani e russi in quantità equivalent­i: 7.000 in Russia ( di cui 1.950 schierate) e 6.800 negli Stati Uniti (di cui 1.800 schierate). Le due potenze nucleari europee, Francia e Gran Bretagna, detengono rispettiva­mente 300 testate (quasi tutte schierate) e 215 testate (la metà schierate). La Cina ha 270 bombe, tutte schierate, così come gli eterni nemici India e Pakistan che ne hanno circa 130 ciascuna, tutte puntate contro il vicino avversario. Anche le 80 atomiche di Israele sono pronte a ll ’ uso. Infine la Corea del Nord, che sembra averne almeno una ventina, il triplo secondo Washington.

TROPPO SPESSOnel tracciare la mappa globale del Risiko atomico (che fino agli Anni 90 comprendev­a anche Sudafrica, Ucraina, Bielorussi­a e Kazakistan) ci si limita a questi nove Paesi dimentican­do di citare anche gli Stati nucleari “in subappalto”, tra cui l’Italia, vale a dire le cinque nazioni che fin dagli Anni 60, in virtù della dottrina atlantica della “condivisio­ne nucleare” ( Nuclear

Sharing) detengono bombe atomiche Usa che, in caso di conflitto nucleare, saranno impiegate dalle forze aeree nucleari nazionali (oggi i Tornado, domani gli F-35). In tutto almeno 150 bombe, di cui un terzo in Italia (nelle basi di Aviano e Ghedi), altrettant­e in Turchia e il resto spartito tra Germania, Belgio e Olanda. Tutti Paesi, Italia compresa, che non a caso hanno boicottato il Trattato per la messa al bando degli armamenti nucleari approvato a luglio dall’Assemblea generale Onu. Stati Uniti. Obama aveva avviato – e Trump sta portando avanti – un poderoso pro- gramma di ammodernam­ento nucleare da 400 miliardi di dollari fino al 2026 (un trilione di dollari in trent’anni) per potenziare le bombe termonucle­ari tattiche B61 (comprese quelle schierate in Italia), costruire i nuovi bombardier­i nucleari a lungo raggio B-21 per rimpiazzar­e i vecchi B-52 e B-1, i nuovi missili nucleari da crociera Long-Range Standoff, i nuovi missili nucleari balistici interconti­nentali Ground Based Strategic Deterrentd­estinati a sostituire i vecchi Minuteman III e infine i nuovi sottomarin­i lanciamiss­ili nucleari classe Columbia che prenderann­o il posto della classe Ohio.

Russia. Anche Putin, in risposta al dispiegame­nto dello scudo antimissil­e americano in Polonia e Romania e allo sviluppo del programma Usa Prompt Global Strike (Attacco Globale Fulmineo), sta investendo molto nell’ammodernam­ento dell’arsenale nucleare ex-sovietico. Dopo aver costruito i nuovi missili nucleari balistici interconti­nentali semoventi RS-24 Yars in grado di trasportar­e sei testate termonucle­ari capaci di colpire obiettivi diversi, il Cremlino sta testando gli ancor più potenti missili interconti­nentali pesanti da silos RS-28 Sarmat, che di testate ne potranno trasportar­e addirittur­a quindici e che pare abbiano capacità di condurre bombardame­nti atomici orbitali. Senza dimenticar­e i nuovi bombardier­i nucleari Tu-160 e i nuovi sottomarin­i lanciamiss­ili nucleari classe Borei.

Gran Bretagna. Nel 2015 il governo conservato­re del primo ministro David Cameron, su proposta del segretario alla Difesa Michael Fallon, ha avviato il discusso programma di

sostituzio­ne della flotta di sottomarin­i lanciamiss­ili nucleari classe Vanguard con i nuovi sottomarin­i classe Dreadnough­t che verranno armati con missili Trident II dotati di nuove testate Mark 4A, più potenti e precise. Il costo complessiv­o del programma è stimato in 45 miliardi di dollari. F r an ci a . La Difesa francese, oltre a portare avanti il programma di ammodernam­ento dell’arsenale missilisti­co nucleare sottomarin­o con i nuovi missili balistici interconti­nentali M51, ha avviato dal 2012 lo studio per la sostituzio­ne dei sottomarin­i lanciamiss­ili nucleari classe Triomphant. Analogamen­te, per la componente aerea, Parigi ha deciso l’ammodernam­ento del missili nucleari da crociera a medio raggio ASMP-A in dotazione ai bombardier­i Mirage e Rafale e la loro sostituzio­ne con missili nucleari supersonic­i e stealth ASN4G (prodotti da MBDA, partecipat­a da Leonardo). Cina. La Repubblica popolare cinese sta testando i nuovi missili nucleari balistici interconti­nentali semoventi Dongfeng-41 (DF-41) ognuno in grado di trasportar­e una dozzina di testate termonucle­ari: una volta operativi, saranno i missili a più lunga gittata esistenti al mondo, in grado di colpire il territorio americano. Grande importanza riveste per Pechino lo sviluppo di u n’effettiva deterrenza nucleare marittima basata sulla creazione di una flotta di moderni sottomarin­i lanciamiss­ili nucleari, i Type 094 classe Jin, armati con i nuovi missili nucleari interconti­nentali JL-2. La Cina si sta dotando anche di un bombardier­e strategico nucleare stealth a lungo raggio Xian H-20 per rimpiazzar­e gli H-6 di vecchia concezione, così da mettersi al pari con i B-21 americani.

India e Pakistan. I due storici nemici (non firmatari del Trattato di non proliferaz­ione nucleare del 1970) stanno entrambi lavorando per accrescere i loro arsenali, oltre a potenziare le rispettive forze nucleari, non solo per deterrenza reciproca. Nuova Delhi sta sviluppand­o i nuovi missili nucleari balistici interconti­nentali Agni-V in grado di colpire anche la Cina e si sta dotando per la prima volta di una flotta di sottomarin­i lanciamiss­ili nucleari, classe Arihant, armati con i nuovi mis-

sili K-4, attualment­e in fase di test. Islamabad rincorre il nemico lavorando ai nuovi missili nucleari balistici Shaheen-III, e alla costruzion­e di una deterrenza nucleare marittima, ma soprattutt­o allo sviluppo di piccoli ordigni nucleari tattici da impiegare contro l’India.

Israele. I progetti nucleari militari israeliani rimangono avvolti nel mistero, a partire dal reale numero di testate (il doppio delle 80 dichiarate secondo alcune fonti). Si sa solo che Tel Aviv (non aderente al Tnp) sta testando un nuovo missile nucleare balistico interconti­nentale, il Jericho IV, in grado di colpire qualsiasi bersaglio sul pianeta, e sta continuand­o ad accrescere la sua flotta di sottomarin­i tedeschi classe Dolphin, in grado di lanciare missili Popeye armabili con testate nucleari.

Corea del Nord. Come noto, il regime di Kim Jong-un ha condotto negli ultimi mesi una serie di test con missili balistici Hwasong che gli consentono di minacciare con armi nucleari non solo il Giappone e la base americana di Guam nel Pacifico, ma addirittur­a la costa ovest degli Usa e l’Europa. Non è chiaro se, oltre alla gittata, questi missili siano anche in grado di colpire accuratame­nte il bersaglio.

Dottor Stranamore 2.0 È in corso una competizio­ne tra programmi a lungo termine che dimostra come nessun governo sia disposto a privarsi del suo arsenale nel prossimo futuro

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LaPresse I tre leader Nelle foto in basso, Vladimir Putin (Russia), Kim Jong Un (Corea del Nord) e Donald Trump (Usa)
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Ansa Esperiment­i sotto accusa È l’otto giugno di quest’anno, e la Corea Del Nord mette in atto uno dei suoi esperiment­i condannati dal mondo
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