Il Fatto Quotidiano

Apple festeggia col costoso iPhone X, ma la sua vera sfida sarà la television­e

Nel 2007 nasceva il primo modello del famoso smartphone

- » VIRGINIA DELLA SALA

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voci e le attese vengono confermate intorno alle 20.30 ore italiane: sul palco dello Steve Jobs Theatre di Cupertino, il Ceo della Apple sorride. La scritta “One more thing” compare sullo schermo nero. “Ancora una cosa”: è la frase utilizzata dal fondatore dell’azienda della mela prima di presentare i nuovi prodotti, una tradizione per chi segue gli eventi e l’annuncio della parte più attesa.

“SIAMO QUI per rivelarvi il futuro dello smartphone – spiega Cook – Un prodotto che ridefinirà la tecnologia per i prossimi dieci anni”. È quello che dovrebbe portare la Apple ad essere nei prossimi sei mesi la prima azienda a superare i mille miliardi di dollari di capitalizz­azione (ora è 834).

E dieci anni non è un periodo di tempo scelto a caso: il 2017 è un importante anniversar­io per l’azienda, un decennio dal lancio del primo iPhone. Il nome dell’ultimo arrivato gioca proprio su questa data: iPhoneX mette in ombra l’iPhone 8 e si prende tutta la notorietà. Alcune testate internazio­nali già coniano giochi di parole per sottolinea­rne il costo eccessivo, che parte da 999 dollari, (X come Exclusive, scrive The Verge) e tornano in mente le notizie diffuse dal Wall Street Journal qualche settimana fa: non ci sarebbe più stato lo sblocco del dispositiv­o con il riconoscim­ento delle impronte digitali, incompatib­ile con l’avanguardi­a tecnologic­a dello schermo del nuovo smartphone. E così è stato. Tutto come previsto. Al suo posto, arriva però il riconoscim­ento facciale. “Face Id” è il nome. Viene descritto come un grande passo avanti in tema sicurezza: “La possibilit­à che qualcuno possa replicare i propri dati biometrici – spiega Philip W. Schiller, vicepresid­ente marketing di Apple – era 1 su 50.000. Col touch ID diventa di una su un milione”.

La presentazi­one non dura molto, l’innovazion­e di punta di questo iPhone sembra essere la possibilit­à di sovrapporr­e il proprio volto alle emoticon e quindi animarle e spedirle agli amici e ai contatti. Poco dopo la presentazi­one del nuovo iPhone, i titoli di Apple perdono lo 0,61% a 160,52 dollari.

Alta tecnologia Si sblocca con il riconoscim­ento facciale. Per la tv, l’azienda punta sull’altissima definizion­e

TITOLI CHE INVECE erano saliti dopo la presentazi­one del nuovo Apple Watch (l’orologio di Cupertino, che ora diventa più autonomo dall’iPhone, avrebbe superato la diffusione dei Rolex nel mondo, con una crescita del 50 per cento) e della nuova Apple Tv in 4k: un aumento dell’ 1,06% a 163,21 dollari

veicolato anche dall’annuncio delle partnershi­p con alcune case cinematogr­afiche americane per la produzione di film e serie in altissima definizion­e e, soprattutt­o, dall’alleanza con i maggiori servizi di distribuzi­one di serie tv e film in streaming.

“Con la nuova Tv di Apple – spiega Eddy Cue, Senior Vice President Internet Software and Services di Apple – I clienti potranno godersi film scelti da un vasto catalogo su iTunes, ricevere in automatico l’a gg io rn a me nt o dei titoli HD nella libreria i- Tradizioni Sono state presentate ieri allo Steve Jobs Theatre di Cupertino le ultime novità della Apple Tunes alle nuove versioni e guardare contenuti tramite Netflix e Amazon Prime Video, presto disponibil­i”.

È di qualche settimana fa l’annuncio dell’investimen­to di Apple sulla tv: 1 miliardo di dollari per produrre contenuti video da distribuir­e tra- mite i suoi servizi. All’azienda non restava che garantire che a questo lancio corrispond­esse anche l’hardware perfetto per sostenerlo.

INTANTO, i detrattori di Cupertino parlano di una imminente perdita di immagine: Forbes ha ipotizzato la possibile scomparsa del cosiddetto “cool factor” di Apple, ovvero il fattore tendenza. Il riferiment­o è al fallimento o comunque alla non ottima accoglienz­a di alcuni servizi, da Apple Music per lo streaming musicale (scalzato da Spotify) al sistema di assistenza vocale, Siri. Le attese ora sono concentrat­e sulla tv, che potrà sfondare quanto fallire.

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