I carabinieri e lo stupro “Non basta sospenderli”
Affondo del ministro Pinotti, il secondo militare interrogato dai magistrati
Ha 32 anni, si chiama Pietro Costa, è nato a Palermo ma è in servizio a Firenze. Insieme al 46enne Marco Camuffo compone la pattuglia accusata dello stupro. Sono i due carabinieri che la notte di giovedì scorso, mentre erano in servizio, hanno accompagnato a casa due studentesse americane, di 19 e 21 anni, abusandone – secondo la denuncia presentata qualche ora dopo – nell’androne e nell’ascensore del condominio. Ci sono i primi riscontri e i risultati degli esami biologici sembrano ormai quasi superflui.
AI DUE CARABINIERI, ieri, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha dedicato parole definitive: “Sono state fatte cose gravissime, contro regole ed etica dei carabinieri. Non ci sono attenuanti, il primo atto è stata la s os pe ns io ne ” dal servizio “ma penso si debba andare oltre”. Ancora: “Di fronte a fatti del genere bisogna mettere in atto le azioni più forti e nette”, ha aggiunto, auspicando che l'Arma si costituisca parte civile nel processo ai due.
Il più giovane, Pietro Costa, solamente ieri si è presentato dal magistrato titolare del fascicolo, Ornella Galeotti, per fornire la sua versione dei fatti. Versione ovviamente secretata. Anche il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, ha evitato ogni commento. Non solo per la delicatezza dell'indagine, ma per timore che si ripeta quanto accaduto nei giorni scorsi, quando alcuni quotidiani hanno a lui attribuito frasi che non ha mai pronunciato ed è stato costretto a smentire. Dell'interrogatorio di Costa, durato quasi tre ore, nulla è trapelato. Da fonti qualificate di polizia giudiziaria si è appreso che il 32enne avrebbe però confermato le accuse che gli vengono rivolte per quanto riguarda l'intervento in piazzale Michelangelo – raggiunto in seguito alla segnalazione del titolare della discoteca Flo – e il passaggio dato alle due ragazze. Per quanto riguarda la decisione di fermarsi a casa delle giovani – una sosta di 20 minuti, come rivelato dalle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la pattuglia – questa sarebbe stata comunicata alla centrale operativa giustificandola con un generico controllo dell'abitazione. Ma per il resto, non esiste alcuna relazione di servizio presentata dai carabinieri il giorno successivo alla loro stazione, come invece prevede la prassi.
Ci sono poi quelle che sono delle aggravanti a carico dei due uomini dell'Arma: le ragazze erano infatti sotto l'effetto dell'alcool e una di loro aveva fatto uso di droghe leggere. Insomma erano in stato confusionale. Quindi indifese. Lo ha con-
L’indagine
Anche il più giovane conferma di aver accompagnato a casa le due studentesse Usa