Il Fatto Quotidiano

I carabinier­i e lo stupro “Non basta sospenderl­i”

Affondo del ministro Pinotti, il secondo militare interrogat­o dai magistrati

- » DAVIDE VECCHI

Ha 32 anni, si chiama Pietro Costa, è nato a Palermo ma è in servizio a Firenze. Insieme al 46enne Marco Camuffo compone la pattuglia accusata dello stupro. Sono i due carabinier­i che la notte di giovedì scorso, mentre erano in servizio, hanno accompagna­to a casa due studentess­e americane, di 19 e 21 anni, abusandone – secondo la denuncia presentata qualche ora dopo – nell’androne e nell’ascensore del condominio. Ci sono i primi riscontri e i risultati degli esami biologici sembrano ormai quasi superflui.

AI DUE CARABINIER­I, ieri, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha dedicato parole definitive: “Sono state fatte cose gravissime, contro regole ed etica dei carabinier­i. Non ci sono attenuanti, il primo atto è stata la s os pe ns io ne ” dal servizio “ma penso si debba andare oltre”. Ancora: “Di fronte a fatti del genere bisogna mettere in atto le azioni più forti e nette”, ha aggiunto, auspicando che l'Arma si costituisc­a parte civile nel processo ai due.

Il più giovane, Pietro Costa, solamente ieri si è presentato dal magistrato titolare del fascicolo, Ornella Galeotti, per fornire la sua versione dei fatti. Versione ovviamente secretata. Anche il procurator­e capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, ha evitato ogni commento. Non solo per la delicatezz­a dell'indagine, ma per timore che si ripeta quanto accaduto nei giorni scorsi, quando alcuni quotidiani hanno a lui attribuito frasi che non ha mai pronunciat­o ed è stato costretto a smentire. Dell'interrogat­orio di Costa, durato quasi tre ore, nulla è trapelato. Da fonti qualificat­e di polizia giudiziari­a si è appreso che il 32enne avrebbe però confermato le accuse che gli vengono rivolte per quanto riguarda l'intervento in piazzale Michelange­lo – raggiunto in seguito alla segnalazio­ne del titolare della discoteca Flo – e il passaggio dato alle due ragazze. Per quanto riguarda la decisione di fermarsi a casa delle giovani – una sosta di 20 minuti, come rivelato dalle telecamere di sorveglian­za che hanno ripreso la pattuglia – questa sarebbe stata comunicata alla centrale operativa giustifica­ndola con un generico controllo dell'abitazione. Ma per il resto, non esiste alcuna relazione di servizio presentata dai carabinier­i il giorno successivo alla loro stazione, come invece prevede la prassi.

Ci sono poi quelle che sono delle aggravanti a carico dei due uomini dell'Arma: le ragazze erano infatti sotto l'effetto dell'alcool e una di loro aveva fatto uso di droghe leggere. Insomma erano in stato confusiona­le. Quindi indifese. Lo ha con-

L’indagine

Anche il più giovane conferma di aver accompagna­to a casa le due studentess­e Usa

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La discoteca “Flo” di Firenze dove i due militari hanno incontrato le studentess­e americane
Ansa Il locale La discoteca “Flo” di Firenze dove i due militari hanno incontrato le studentess­e americane

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