I posti svaniti da prima della crisi Gentiloni impari
▶ILPRESIDENTE
Consiglio Paolo Gentiloni nel suo discorso alla Fiera del Levante ha dichiarato che “dal 2008 al 2013 si sono persi un milione e 90 mila posti di lavoro. E oltre 900 mila sono stati recuperati negli ultimi tre anni”. Non è chiaro cosa intendesse per “posti di lavoro”, visto che una persona può averne più di uno se ha una doppia occupazione o anche meno di uno se lavora a tempo parziale o per una porzione di anno, ma il messaggio che ha voluto trasmettere è che sostanzialmente si sia tornati ai livelli occupazionali pre-crisi. Le cose, però, non stanno così. Per effettuare un confronto che abbia senso, si deve fare riferimento alle unità di lavoro totali a tempo pieno, stimate nei Conti economici nazionali dell’Istat.
Nel 2008 le unità di lavoro erano 25,023 milioni e si sono ridotte a 23,250 milioni nel 2013 con una perdita di 1,773 milioni. Poiché nel 2016 erano 23,859 milioni, il recupero nel triennio è stato di 610 mila unità di lavoro.
Nel periodo 2008-2016 il bilancio è stato particolarmente pesante per l’industria in senso stretto (-755 mila unità) e per le costruzioni (-464 mila unità), quasi stabile è rimasta l’agricoltura (-38 mila unità), mentre in leggera crescita risulta il terziario (+94 mila unità), con segnali contrastanti che vanno dalla crescita delle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (+192 mila unità), dei servizi di alloggio e ristorazione (+101 mila unità) e di quelli alla persona (+94 mila), alla diminuzione del commercio all’ingrosso e al dettaglio (-219 mila unità) e della pubblica amministrazione (-74 mila unità).
Nel complesso, rispetto a prima della crisi, mancano ancora all’appello 1,164 milioni di unità di lavoro a tempo pieno e non i 100 mila posti di lavoro o poco più dichiarati da Gentiloni, che ha preferito la propaganda all’informazione, trovando un’inesorabile smentita dai numeri. del