Le emozioni di un bimbo in un tempo incompiuto
Da Trapani al boom economico
SI RESPIRA il Sud, la Sicilia, in un viaggio tra gli anni Sessanta e un presente imminente ma non compiuto. Il “Piccolo almanacco di emozioni” di Giacomo Pilati (Imprimatur, 14 euro) racconta l’universo di un bambino che cresce mentre l’Italia del Dopoguerra scrive la sua storia tra boom economico, stragi e mafia. Dalla gioia per i viaggi con la testa fuori dal tettuccio della Cinquecento allo stupore per il dramma del terremoto del Belice, fino alla strage di Pizzolungo e all’omicidio del giudice Ciaccio Montalto, Pilati porta a spasso il lettore tra le sue emozioni trapanesi con una capacità di narrazione che si presterebbe a una voce fuoricampo alla Pif in un eventuale film o serie tv. Comenell’episodio del colloquio con un carabiniere dopo la decisione del coordinamento antimafia di dedicare una targa a Montalto: “‘In quelle associazioni covano i germi del terrorismo. Si comincia così e poi…’. (…) Sono uscito dalla stanza, stordito, con gli occhi pieni di quel buio slavato. Il sole, una verità scomoda. Rischiavo di diventare un brigatista per colpa di Ciaccio Montalto. Ho salutato il carabiniere (…). Fuori, finalmente la luce del giorno. Ora la caserma era il castello delle favole. Coi merli e il ponte levatoio. Lo scalpitio dei cavalli. Il rumore delle armature. Non mi sono girato. Lo scirocco mi ha portato lontano”.