Wolf-Man, il metafumetto di Kirkman: l’ultima possibilità di essere originali è usare i clichè
Un uomo lupo in costume e ammiccamenti continui al lettore
Se c’è un genio degli anni Dieci del fumetto mainstream, quello è Robert Kirkman. Per aver creato The Walking Dead, prima su carta e poi in tv, ma anche e soprattutto per avere quella rarissima sintonia con il suo presente che farà presto invecchiare i suoi lavori ma gli permette di essere più contemporaneo di tutti. Lo si vede anche con opere un po’ laterali della sua produzione, come Lo stupefacente Wolf-Man che esce ora in volume per Saldapress. La serie è nata dieci anni fa e si è chiusa nel 2010, pubblicata negli Usa dalla Image Comics per i disegni di Jason Howard, conosciuto da Kirkman a una festa del fumetto e poi diventato un artista di successo proprio grazie a Wo lf - Ma n. L’uomo d’affari Gary Hampton ha un incidente in campeggio, non sappiamo bene cosa gli succeda ma poi di notte inizia a trasformarsi in un uomo lupo peloso, abbastanza lucido da poter essere un eroe tranne quando la lu- na piena lo riduce a una belva assetata di carne e sangue. Kirkman ha capito che l’unico fumetto di supereroi possibile oggi, a parte il filone cinico e iperrealista, è il meta-fumetto. Lo scrittore sa che il suo lettore ha già letto e visto tutto, che non potrà mai sperimentare quel sense of wonder su cui si reggevano i comics della Marvel negli anni Sessanta. E allora Kirkman ribalta il rapporto: il lettore brama di sapere come Kirkman riuscirà a infilare tutti i clichè nella sua storia, le avventure di Wo lf- Man dive nta no quasi una sfida intellettuale. Quand’è che arriva la Bat Caverna? E i tormenti da Uomo Ragno sui grandi poteri e le grandi responsabilità? Come si incastrano i drammi adolescenziali con i tormenti di un quarantenne? E il costume? Un uomo lupo ha diritto a un costume? E il mentore che addestra l’eroe sarà come al solito una figura ambigua ma nobile? Certo che sì. Per chiarire lo stile Kirkman: per decenni Bruce Banner si è risvegliato con i pantaloni ridotti a bermuda strappati dopo le sue trasformazioni in Hulk e nessuno che cogliesse in questo l'indizio che legava il gracile scienziato al mostro incontrollabile. Qui la moglie del licantropo lo scopre alla prima notte: “Tesoro, cosa è successo ai tuoi pantaloncini?”. Si può costruire una intera serie su questi ammiccamenti e, come dicono i nerd, gli inside joke? Se lo scrittore è Robert Kirkman la risposta è sì. Magari non può durare in eterno, e infatti Wolf-Manè stato meno longevo degli zombie di W a lk in g Dead, ma funziona e non annoia mai. Amazon ha capito il talento di Kirkman e gli ha fatto firmare un contratto di esclusiva per le sue serie future.