Cantone chiede notizie a Fazio sui 18 milioni
Lettera Anac a conduttore e azienda
■La Rai prende tempo fino alla fine del mese per rispondere alle richieste di chiarimenti. L’Autorità vuole capire come sono stati calcolati i compensi alla società Officina e i pagamenti per i diritti del format
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Rai prende tempo e non ha alcuna fretta di rispondere alle richieste di chiarimenti dell’Anac, l’autorità anticorruzione, sui nuovi contratti di Fabio Fazio. Ha tempo fino alla fine del mese e non ha ancora dato segni di attività.
LE RISPOSTEda Viale Mazzini arriveranno quasi certamente quando Fazio sarà già in onda, visto che la prima puntata è prevista per il 24 settembre. Ma anche il conduttore e la nuova società di cui è socio, Officina, sono stati sollecitati dall’Anac. E anche loro sono chiamati a rispondere dei dettagli di un investimento faraonico per la televisione pubbli- ca. Come rivelato ieri dal Fatto, il contratto di Fazio vale 2 milioni e 240 mila euro a stagione per quattro anni (in totale 8.960.000 euro). Per i diritti del format per quattro stagioni, inoltre, Viale Mazzini pagherà 2 milioni e 816 mila euro per i 4 anni (704 mila euro a stagione). Infine, ci sono 12 milioni di euro alla società Officina per l’anno 2017-2018 per la produzione e la realizzazione del programma, cifra che comprende anche la trasmissione di Massimo Gramellini, Le parole della settimana, in onda il sabato a partire da ottobre.
L’Anac si è attivata dopo un esposto del deputato del Pd Michele Anzaldi, molto battagliero sulle questioni Rai. E l’autorità di Raffaele Cantone ha mandato una lista di richieste di chiarimento. Ha chiesto copia del nuovo contratto di Fazio e anche di quello vecchio con Rai3, scaduto, per analizzare come sono state motivate le variazioni di costi e compensi.
L’ATTENZIONE si concentra poi su due delle voci di spesa: quei 2,8 milioni di euro per i diritti del format della trasmissione. Fazio è titolare di quei diritti e li cede a Officina (di cui è socio) ponendo “come condizione inderogabile per la messa a disposizione di Rai del format proprio l'affidamento alla stessa della produzione del programma, quale garanzia di tutela artistico-editoria- le del format da lui creato”.
Ora, l’Anac ha ben chiaro che non si può pretendere di mettere a gare con un bando la prima serata di Rai1. Ma visto che si tratta di denaro pubblico, Cantone ha titolo di vederci chiaro. In fondo, come ha osservato Anzaldi in una in- terrogazione parlamentare, il format di Che tempo che fa non ha un mercato internazionale e quindi il suo valore è difficile da stimare e Officina è una società costruita ad hoc per l’operazione, non certo un fornitore Rai che ha già dimostrato di saper reggere quel ti- po di impegno. La Rai ha una certa autonomia sulle scelte artistiche.
Ma in quanto tv di Stato dovrà dimostrare all’Anac di aver rispettato il principio di “efficienza ed economicità degli affidamenti”, cioè di aver fatto delle scelte di investimento sensate, in rapporto ai costi e ai potenziali ricavi. E quindi dovrà presentare anche una stima della redditività potenziale, cioè quanti soldi può incassare dalla pubblicità in base allo shareatteso. Al Corriere della Sera, ieri, Fazio ha dichiarato che “il programma è pressoché interamente ripagato dalla pubblicità”. Che significa che la pubblicità non coprirà proprio tutti i costi.