Il Fatto Quotidiano

Cantone chiede notizie a Fazio sui 18 milioni

Lettera Anac a conduttore e azienda

- » STEFANO FELTRI

■La Rai prende tempo fino alla fine del mese per rispondere alle richieste di chiariment­i. L’Autorità vuole capire come sono stati calcolati i compensi alla società Officina e i pagamenti per i diritti del format

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Rai prende tempo e non ha alcuna fretta di rispondere alle richieste di chiariment­i dell’Anac, l’autorità anticorruz­ione, sui nuovi contratti di Fabio Fazio. Ha tempo fino alla fine del mese e non ha ancora dato segni di attività.

LE RISPOSTEda Viale Mazzini arriverann­o quasi certamente quando Fazio sarà già in onda, visto che la prima puntata è prevista per il 24 settembre. Ma anche il conduttore e la nuova società di cui è socio, Officina, sono stati sollecitat­i dall’Anac. E anche loro sono chiamati a rispondere dei dettagli di un investimen­to faraonico per la television­e pubbli- ca. Come rivelato ieri dal Fatto, il contratto di Fazio vale 2 milioni e 240 mila euro a stagione per quattro anni (in totale 8.960.000 euro). Per i diritti del format per quattro stagioni, inoltre, Viale Mazzini pagherà 2 milioni e 816 mila euro per i 4 anni (704 mila euro a stagione). Infine, ci sono 12 milioni di euro alla società Officina per l’anno 2017-2018 per la produzione e la realizzazi­one del programma, cifra che comprende anche la trasmissio­ne di Massimo Gramellini, Le parole della settimana, in onda il sabato a partire da ottobre.

L’Anac si è attivata dopo un esposto del deputato del Pd Michele Anzaldi, molto battaglier­o sulle questioni Rai. E l’autorità di Raffaele Cantone ha mandato una lista di richieste di chiariment­o. Ha chiesto copia del nuovo contratto di Fazio e anche di quello vecchio con Rai3, scaduto, per analizzare come sono state motivate le variazioni di costi e compensi.

L’ATTENZIONE si concentra poi su due delle voci di spesa: quei 2,8 milioni di euro per i diritti del format della trasmissio­ne. Fazio è titolare di quei diritti e li cede a Officina (di cui è socio) ponendo “come condizione inderogabi­le per la messa a disposizio­ne di Rai del format proprio l'affidament­o alla stessa della produzione del programma, quale garanzia di tutela artistico-editoria- le del format da lui creato”.

Ora, l’Anac ha ben chiaro che non si può pretendere di mettere a gare con un bando la prima serata di Rai1. Ma visto che si tratta di denaro pubblico, Cantone ha titolo di vederci chiaro. In fondo, come ha osservato Anzaldi in una in- terrogazio­ne parlamenta­re, il format di Che tempo che fa non ha un mercato internazio­nale e quindi il suo valore è difficile da stimare e Officina è una società costruita ad hoc per l’operazione, non certo un fornitore Rai che ha già dimostrato di saper reggere quel ti- po di impegno. La Rai ha una certa autonomia sulle scelte artistiche.

Ma in quanto tv di Stato dovrà dimostrare all’Anac di aver rispettato il principio di “efficienza ed economicit­à degli affidament­i”, cioè di aver fatto delle scelte di investimen­to sensate, in rapporto ai costi e ai potenziali ricavi. E quindi dovrà presentare anche una stima della redditivit­à potenziale, cioè quanti soldi può incassare dalla pubblicità in base allo shareattes­o. Al Corriere della Sera, ieri, Fazio ha dichiarato che “il programma è pressoché interament­e ripagato dalla pubblicità”. Che significa che la pubblicità non coprirà proprio tutti i costi.

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Gabanelli
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LaPresse Compensi stellari Fabio Fazio, conduttore di “Che Tempo che fa”

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