Il sindaco Cuomo e il miracolo del vitalizio
Il senatore democratico, incompatibile da luglio, avrà la sua pensione grazie alla Giunta
Il
senatore del Pd Vincenzo Cuomo ce l’ha fatta. Domani la pensione privilegiata scatta anche per lui, che non esercita più la funzione di parlamentare da due mesi: il 13 giugno è stato eletto sindaco di Portici, comune da 55mila abitanti in provincia di Napoli.
Il ruolo è incompatibile con quello di senatore, ma per stabilire formalmente la rinuncia allo scranno di Palazzo Madama sono passati più di 60 giorni. Quanto basta per arrivare al 15 settembre e alla pensione: chiunque abbia trascorso almeno 4 anni e 6 mesi in Parlamento avrà diritto a un vitalizio da circa mille euro netti al mese, a partire dal 65esimo compleanno.
La parola fine sulla vicenda Cuomo è stata pronunciata ieri dalla Giunta per le elezioni e le immunità del Senato, che gli ha concesso altri tre giorni di tempo per decidere se rimanere in Parlamento o optare per l’incarico di sindaco. Settantadue ore per rispondere a una domanda retorica: Cuomo ha già scelto, ha formato la sua giunta e iniziato la consiliatura. Avrebbe ancora una giornata – quella di oggi – per salvare la faccia e rinunciare all’assegno, A giudicare dalla lunga serie di furbizie e complicità che gli hanno permesso di arrivare alla pensione, pare piuttosto improbabile.
L’ULTIMA, eroica storia di casta va raccontata dal principio. Il 13 giugno Cuomo è eletto con il 65,5% dei voti al primo turno delle elezioni di Portici. Diventa sindaco della città per la terza volta. Prende subito possesso dei suoi uffici (e comunica giorno per giorno le sue iniziative su Facebook). La proclamazione però viene rimandata per settimane dall’ufficio elettorale del Comune, che si giustifica evocando non meglio precisati “motivi burocratici”. Così l’elezione di Cuomo è formalizzata solo il 20 luglio.
Da quel momento è ufficialmente incompatibile. La legge gli concede altri 30 giorni per ratificare la sua decisione (la rinuncia al seggio) agli uffici del Senato. L’onorevole è diabolico: ne impiega solo 9, ma sceglie con cura il momento in cui inviare la sua lettera e i destinatari. La raccomandata parte sabato 29 luglio alle 8 di mattina e non viene spedita alla presidenza del Senato – i cui uffici restano aperti anche ad agosto – ma a quelli della giunta, che è chiusa per la pausa estiva. Così la lettera viene recepita, aperta e protocollata solo il 31 agosto (a 79 giorni dalla sua elezione e 42 giorni dalla sua proclamazione).
A questo punto entra in gioco la Giunta. La vicepresidente è Stefania Pezzopane (Pd), collega di partito e amica personale del senatore campano. La Pezzopane è anche la coor- dinatrice del Comitato per l’esame delle cariche, l’organo che si occupa dell’analisi preliminare dei casi di incompatibilità, come quello di Cuomo. La sua lentezza è singolare: la prima riunione del comitato viene fissata al 14 settembre. Interviene – pressato anche dai 5 Stelle – il presidente del Senato, Piero Grasso, che riesce a far anticipare di due giorni la convocazione del comitato. Cambia poco: l’ultima parola è quella della Giunta, pronunciata nella seduta di ieri.
I colleghi di Cuomo, in sostanza, decidono di non decidere: al senatore vengono concessi altri 3 giorni per formalizzare una scelta che già conoscono tutti. E che peraltro aveva già comunicato nella sua lettera del 29 luglio (“Il sottoscritto sen. Vincenzo Cuomo ... cessa dalle funzioni e dalla carica di senatore della Repubblica”).
La data simbolo Il 15 settembre scatta l’assegno privilegiato anche per lui, eletto a Portici il 13 giugno
COSÌ SI È ARRIVATI al fatidico 15 settembre: il sindaco di Portici, oggi 53enne, avrà la sua pensione da parlamentare. Gli unici a protestare sono i 5 Stelle. Prima in Giunta, dove sostengono l’assurdità del trattamento privilegiato del senatore. Poi nell’aula di Palazzo Madama, dove entrano sventolando i cartelli “vergogna caso Cuomo”. Rimossi con rapidità sorprendente, per i tempi del Senato.