Il Fatto Quotidiano

Le Olimpiadi in svendita: Parigi 2024, poi negli Usa

Nessuno vuole più i Giochi e dopo i troppi ritiri (Roma inclusa, ma non solo) il Cio assegna 2 edizioni in un colpo: nel 2028 tocca a Los Angeles

- L.VEND.

Parafrasan­do

Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi: ormai per vincere i Giochi basta partecipar­e. Per la prima volta nella sua storia ultracente­naria, il Cio (Comitato olimpico internazio­nale) ha assegnato due edizioni in un colpo solo: vincono sia Parigi che Los Angeles, le uniche città ancora in corsa. La Francia porta a casa l'edizione del 2024 (quella che avrebbe voluto Roma), gli Stati Uniti si accontenta­no di quella successiva del 2028.

A LIMA, in Perù, nel corso di una cerimonia senza passione né suspense, è arrivata l'ufficialit­à di un accordo ormai trovato da tempo. Il processo di assegnazio­ne si era trasformat­o in un vero e proprio calvario per il numero uno dello sport mondiale, Thomas Bach: per aggiudicar­si la 33esima edizione dei Giochi erano ormai più le candidatur­e ritirate di quelle rimaste in piedi. L'elenco delle città che hanno fatto un passo indietro è lungo: non solo Roma per il gran rifiuto di Virginia Raggi, ma anche Amburgo, Budapest, Boston (quest'ultima rimpiazzat­a in corsa da Los Angeles, poi vincitrice a sorpresa). Tutte spaventate dai costi esorbitant­i (e imprevedib­ili) di organizzaz­ione.

Nessuno vuole più ospitare la manifestaz­ione: una verità emersa in maniera drammatica per le edizioni invernali (così poco appetibili che per il 2026 a oggi c'è una sola candidatur­a ufficiale, di Sion), ma ormai valida anche per i più famosi Giochi estivi. Così il Cio, in piena emergenza, ha deciso di derogare a ogni protocollo, assegnando l’edizione 2024 a Parigi e pure quella 2028 a Los Angeles, per il semplice fatto di essere rimaste in gara. In questo modo ha risolto il problema almeno per i prossimi 15 anni, in attesa di tempi migliori.

In Perù era presente anche la delegazion­e italiana del Coni, capeggiata da Giovanni Malagò: il grande sconfitto, proprio in quello che avrebbe dovuto essere il giorno di Roma 2024 e della sua vittoria. Probabilme­nte senza il no della Raggi lo sarebbe anche stato, come lascia intuire la scelta del Cio di premiare addirittur­a due candidatur­e, nonostante nessuna di esse fosse particolar­mente convincent­e.

L'Italia dovrà accontenta­rsi venerdì dell'assegnazio­ne della sessione Cio 2019 a Milano: magra consolazio­ne, al cospetto del sogno olimpico infranto. Anche perché la beffa è doppia: la duplice assegnazio­ne nega anche la possibilit­à di riprovarci per almeno un decennio, consideran­do che probabilme­nte dopo gli Sta-

Basta partecipar­e Francia e Stati Uniti erano gli unici rimasti: il Comitato li ha premiati entrambi

ti Uniti toccherà a un Paese asiatico (o addirittur­a africano) nell'alternanza dei continenti. E dall'Italia Daniele Frongia, ex vicesindac­o e assessore allo Sport della Capitale, rigira il coltello nella piaga: “Anche noi stiamo festeggian­do, per un calendario sempre più ricco di grandissim­i eventi”. Tutti felici e contenti, dunque: Parigi, Los Angeles, soprattutt­o Thomas Bach che tira un sospiro di sollievo. E pure a Roma, a quanto pare. Tranne Malagò.

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Cerimonia Il presidente del Cio, Thomas Bach, con i delegati vincitori

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