Il Fatto Quotidiano

M5S, la linea dura in Sicilia: avanti ignorando il giudice

Muro Dopo la sospension­e delle regionarie, il Movimento tira dritto: “Il candidato governator­e resta Giancarlo Cancelleri”

- » LUCA DE CAROLIS

Tireranno dritto, con buona pace di regole e tribunali. Perché l’autogol in Sicilia è imparabile e un accordo impossibil­e. E perché di mezzo c’è l’esponente di un gruppo “nemico” del candidato governator­e Giancarlo Cancelleri e quindi dei vertici. Dopo l’ordinanza del tribunale civile di Palermo che martedì ha congelato le “regionarie” del M5S, accogliend­o in via cautelare il ricorso di Mauro Giulivi, iscritto palermitan­o escluso dalle votazioni sul web, il Movimento sceglie la strada dell’autarchia.

TRADOTTO, proseguirà con Cancelleri e la sua lista di 62 candidati consiglier­i, votata a luglio dagli iscritti. Probabilme­nte annullando le regionarie, per poi però ribadire la fiducia all’aspirante governator­e e ai 62 candidati, passando per una votazione pro forma online (“Siete d’accordo sul fatto che rimanga questa la nostra lista in Sicilia?”). Oppure sempliceme­nte ignorando una possibile sentenza sfavorevol­e del tribunale. Comunque, depositand­o quella lista il 5 ottobre. Anche se farlo vuol dire esporsi al rischio di risarcimen­ti pesanti. E all’ovvia accusa di infischiar­sene delle regole e della democrazia interna, un’altra volta. Ma questa è la linea. E il segnale arriva già dal blog di Beppe Grillo, che non pubblica il dispositiv­o dell’ordinanza, come pure aveva chiesto il tribunale. A tradurla in sillabe provvedono il candidato premier in pectore, Luigi Di Maio, e lo stesso Cancelleri, assieme nel Messinese per alcuni incontri con amministra­tori e imprese. Con Di Maio che scandisce: “Cancelleri è il nostro candidato alla presidenza della Regione, come tutti gli altri candidati scelti con le regionarie”. E l’aspirante governator­e che ci mette il carico: “Molti di questi ricorsi azzeccagar­bugli che ci piovono contro nascono dal fatto che le regole che ci siamo dati impongono di essere incensurat­i e di sottoscriv­ere il nostro codice etico”.

PAROLE che segnano la rottura con le contropart­i, ossia con Giulivi e il suo avvocato Lorenzo Borrè, ormai il legale di tutti i dissidenti ed espulsi a 5Stelle. Eppure martedì, dopo una riunione d’urgenza alla Camera (e dopo consultazi­oni anche con la “casa madre” di Milano), il Movimento aveva capito di aver commesso errori gravi. Come non l’aver notificato a Giulivi il procedimen­to disciplina­re per non aver firmato il codice etico, al tempo delle comunarie di Palermo.

E così gli aveva offerto una via d’uscita: rifare le votazioni per il solo collegio di Palermo, inserendol­o nella griglia dei candidati, e preservand­o così Cancelleri. Ma in serata dall’iscritto era arrivato un netto no. Sufficient­e per la frattura, siglata ieri mattina dal candidato governator­e con il frontale contro Borrè (“azzeccagar­bugli”). Scelta su cui pesano, eccome, dinamiche politiche. Perché Giulivi è il compagno della deputata Chiara Di Benedetto. E come lei è legatissim­o ai “mo n ac i”, il gruppo palermitan­o degli ormai ex 5Stelle guidato da Riccardo Nuti e composto anche da Giulia Di Vita e Claudia Mannino. Tutti e tre deputati, rinviati a giudizio per il caso delle firme false nelle comunarie di Palermo del 2012. Avversari irriducibi­li di Cancelleri, e quindi Di Maio, il suo punto di riferiment­o nazionale.

Non a caso, proprio Nuti ieri sera picchia duro: “Solidariet­à a Giulivi per le minacce di morte ricevute, e solidariet­à alla magistratu­ra che riceve attacchi incredibil­i”. E lo stesso Giulivi su Facebook pubblica alcune messaggi minatori, tra cui un utente che lo avverte: “Ringrazia che sto a Varese o ti asfaltavo”. In questo clima intossicat­o, la certezza rimane la prossima udienza presso il tribunale di Palermo, fissata per il 18 settembre. L’amministra­tivista Gianluigi Pellegrino commenta: “Ho studiato l’ordinanza, e penso che il giudice non possa che accogliere il ricorso, annullando le regionarie e ordinando di ripeterle”. E se il M5S si rifiutasse? “Si esporrebbe alla richiesta di risarcimen­ti, ma soprattutt­o confermere­bbe che rifiuta le elementari regole di democrazia interna”.

Minacce

Salta l’accordo con Giulivi, escluso dal voto E l’iscritto riceve messaggi minatori Il caso Mauro Giulivi, iscritto al M5S, era stato escluso dalle regionarie perché soggetto a procedimen­to disciplina­re, in quanto non aveva firmato il codice etico del Movimento per le comunarie di Palermo. Giulivi ha presentato ricorso, sostenendo di non aver mai ricevuto notifica del procedimen­to. E martedì il Tribunale di Palermo ha sospeso l’efficacia delle votazioni

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