Caos rifiuti: “Il conto a Orlando e Crocetta”
La Corte dei Conti contesta un danno di 21 milioni per l’uso delle discariche
Il
mancato raggiungimento della quota di raccolta differenziata dei rifiuti fissata dalla legge, a Palermo e nei comuni dell’hinterland, potrebbe costare molto caro a un gruppo di amministratori di primo piano nel panorama nazionale e siciliano. La Procura regionale della Corte dei conti ha notificato un “invito a dedurre” al presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando e ai rispettivi predecessori, Raffaele Lombardo e Diego Cammarata.
SECONDO L’ACCUSA dovrebbero rispondere, ciascuno in quota parte, di un danno erariale quantificato in oltre 21 milioni di euro per i costi sostenuti per conferire una montagna di indifferenziata in discarica. Oltre agli amministratori pubblici sono coinvolti nell’inchiesta dei magistrati contabili ex assessori, dirigenti comunali e regionali. L’atto di notifica della procura corrisponde all’avviso della conclusione delle indagini preliminari previsto nel procedimento penale. L’in ch i es ta , condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla procura della Corte dei Conti diretta da Gianluca Albo, è nata da alcuni esposti presentati dalla deputata nazionale Claudia Mannino, eletta nel Movimento Cinque Stelle e poi sospesa, dopo il rinvio a giudizio per la vicenda delle firme false per la lista delle amministrative palermitane del 2012. Il primo esposto risale al 2014, quando dopo quasi 20 anni, un emendamento della stessa Mannino al decreto Milleproroghe pone fine alla gestione commissariale dei rifiuti nella Regione Sicilia. La raccolta differenziata a Palermo raggiunge appena l’11 per cento del totale e viene realizzata solo in alcuni quartieri.
IL RESTO finisce in gran parte in discariche private. Nel 2015 la denuncia dei 5 Stelle si allarga anche ai comuni limitrofi e la Corte dei Conti avvia l’inchiesta.
La parlamentare denuncia i rimpalli di responsabilità tra i sindaci e la Regione, accusata di non fornire gli impianti di compostaggio e di gestione dei materiali differenziati e di non indicare i siti dove creare discariche pubbliche. “Li ho sollecitati in tutti i modi – spiega al Fatto Mannino – la risposta è sempre stata pessima e la raccolta differenziata è continuata con gli stessi ritmi degli anni passati, vorrei sapere anche in che modo sono stati utilizzati dai comuni i soldi ripartiti dopo la fine del commissariamento”.
Secondo quanto riferito dal quotidiano on line Livesicilia.it a Orlando e Crocetta è stata imputata circa la metà del danno contestato. Il sostituto procuratore generale Maria Concetta Carlotti ha chiesto al sindaco di Palermo un risarcimento di oltre 6,1 milioni di euro, mentre la cifra addebitata all’attuale governatore è di 4,3 milioni di euro. Quasi due milioni il danno contestato al suo predecessore Raffaele Lombardo, meno di 180 mila euro a Diego Cammarata, sindaco di Palermo dal 2002 al 2012. L’in- vito “a dedurre” è stato notificato anche all’ex dirigente generale del dipartimento rifiuti, Marco Lupo (danno contestato di 1,1 milioni di euro), agli ex assessori all’ambiente Michele Pergolizzi (quasi 180 mila euro), Giuseppe Barbera (circa tre milioni), Cesare Lapiana (danno contestato di oltre due milioni), e ai due commissari delegati per l’emergenza rifiuti in Sicilia, Giuseppe Pirrone (addebito di 944 mila euro) e Pietro Lucchesi (940 mila euro).
“Il servizio non era gestito dal Comune di Palermo ma da un commissario regionale su disposizione di un provvedimento del governo nazionale – si difende Orlando – fornirò ogni chiarimento”. Ma Mannino insiste: “I responsabili del disastro della gestione rifiuti in Sicilia devono pagare di tasca propria, senza pesare sui contribuenti”.
L’esposto M5S
A Palermo la raccolta differenziata non supera l’11%, il resto finisce negli impianti privati